Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Ema e attualmente consulente del commissario per l’emergenza coronavirus: “Userei in modo più perentorio il Green pass, senza il quale precluderei alcune cose: dai voli aerei ad alcune attività ludiche come i concerti o le partite di calcio, ma anche i ristoranti”.
«Questo è il momento in cui fare una campagna anche sui social», puntando soprattutto ai più giovani, alla «fascia dei 30enni che è quella meno convinta a vaccinarsi e quella più a rischio contagio per la importante vita sociale che fa. Con i no vax penso invece ci sia poco da fare», spiega in un’intervista su Il Sole 24 Ore, senza escludere la via dell’obbligo da valutare più in là. E poi, dice, «serve un incentivo soprattutto per la fascia d’età più giovane». Quale? «Userei in modo più perentorio il Green pass, senza il quale precluderei alcune cose: dai voli aerei ad alcune attività ludiche come i concerti o le partite di calcio, ma anche i ristoranti», spiega il microbiologo all’università di Tor Vergata.
Poi ci sono anche i 3 milioni di over 60 che ancora non si sono vaccinati – evidenzia – Lì secondo me c’è una quota che ha difficoltà logistiche. E queste vanno risolte innanzitutto grazie al medico di famiglia oppure ricorrendo al farmacista più vicino, o in extremis ricorrendo alla struttura commissariale che so che è pronta a fare la sua parte per le situazioni più difficili». Secondo Rasi, l’ipotesi di un obbligo vaccinale si potrebbe prendere in considerazione «da settembre se non fossimo soddisfatti dei risultati raggiunti» o, prospetta, «in alternativa precluderei diverse attività a chi non si vuole vaccinare».