Un post carico di tensione pubblicato sabato dal vicedirettore dell’FBI Dan Bongino ha riacceso i riflettori sulle profonde spaccature all’interno dell’amministrazione Trump, in particolare sulla gestione del controverso caso Epstein.
La spaccatura avrebbe avuto origine da una serie di decisioni legate al mancato rilascio di informazioni relative al caso Jeffrey Epstein. Bongino, insieme al direttore dell’FBI Kash Patel, sarebbe stato coinvolto in indagini su presunti casi di corruzione interna e uso improprio degli strumenti investigativi.
In particolare, si sarebbe opposto alla linea adottata da Bondi, che in passato aveva promesso pubblicamente la pubblicazione della “lista clienti” di Epstein, lista che, adesso pare non esistere più. Questa discrepanza avrebbe causato “un’escalation emotiva e politica” durante una riunione ad alto livello alla Casa Bianca, secondo quanto riportato da The Daily Beast e confermato da fonti vicine all’FBI.
In un post pubblicato sui social media, Bongino ha dichiarato:

Parole che lasciano intendere un disagio profondo e un possibile accesso a informazioni compromettenti sulla gestione interna di casi sensibili. Parole che, secondo fonti istituzionali citate da The Daily Beast, sono il riflesso di un forte dissenso interno tra Bongino e il Procuratore Generale Pam Bondi, culminato in un confronto così acceso da far temere le dimissioni del numero due dell’FBI.
Secondo quanto riportato da Newsweek, Bongino e Patel hanno lavorato fianco a fianco nell’indagine interna che ha portato a queste “scoperte scioccanti”. Nonostante voci insistenti su possibili dimissioni anche per Patel, il direttore dell’FBI ha smentito ufficialmente qualsiasi intenzione di lasciare l’incarico. Bongino, invece, ha preso un periodo di assenza temporanea dal servizio e non è chiaro se tornerà al suo posto.
Nel frattempo, l’amministrazione Trump si trova sotto pressione crescente. Trump ha preso una posizione pubblica netta in difesa della Procuratrice Generale Pam Bondi, scrivendo su Truth Social:
“Stanno andando tutti contro l’Attorney General Pam Bondi, che sta facendo un lavoro FANTASTICO! Siamo tutti sulla stessa squadra, MAGA, e non mi piace quello che sta accadendo.”
I sostenitori di Bongino chiedono chiarezza sulla gestione del caso Epstein e sulle fratture interne al Dipartimento di Giustizia. Pam Bondi, da parte sua, gode ancora del pieno sostegno dell’amministrazione, ma è sempre più nel mirino di attivisti e media conservatori, che la accusano di reticenze e promesse disattese.
Il caso Bongino è il sintomo evidente di un malessere più ampio all’interno delle istituzioni statunitensi. Se ciò che il vicedirettore afferma di aver “scoperto” verrà reso pubblico, potrebbe avere conseguenze di vasta portata.
