Dopo giorni di speculazioni e allarmismi, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha messo fine alle ipotesi infondate: l’Iran non sta sviluppando armi nucleari. A confermarlo è stato direttamente il direttore generale dell’agenzia, Rafael Mariano Grossi, in un’intervista alla CNN, in cui ha sottolineato l’assenza di prove concrete a sostegno di un presunto programma atomico militare.
«Non abbiamo riscontrato alcuno sforzo sistematico per costruire un’arma nucleare», ha dichiarato Grossi, smentendo le narrazioni che hanno alimentato tensioni internazionali. Le sue parole arrivano in un contesto già surriscaldato, segnato dai recenti bombardamenti israeliani contro installazioni iraniane, giustificati da una lettura distorta dei rapporti dell’AIEA.
Grossi ha spiegato con precisione cosa servirebbe all’Iran per costruire un ordigno nucleare: non basta l’arricchimento dell’uranio, ma servono metallizzazione, detonatori avanzati, materiali specializzati e test in ambienti controllati. «Nessuna di queste attività è stata rilevata», ha ribadito, smontando l’argomentazione di chi dipinge l’Iran come una minaccia imminente.
Nonostante ciò, diversi leader occidentali – tra cui la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni – hanno continuato a citare il rapporto dell’AIEA per avallare la linea dura contro Teheran. Grossi ha criticato questa strumentalizzazione: «Se ci fossero state attività clandestine, le avremmo individuate», ha affermato, evidenziando l’efficacia dei controlli dell’agenzia.
La posizione dell’AIEA è in linea con i rapporti delle principali agenzie d’intelligence. Già a gennaio, il direttore della CIA William Burns aveva ammesso che, nonostante l’aumento della produzione di uranio arricchito, l’Iran non stava costruendo armi nucleari. Una valutazione condivisa anche dalla direttrice dell’intelligence statunitense Tulsi Gabbard durante un’audizione al Senato.
L’Iran, a differenza di Israele, è firmatario del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), che vieta lo sviluppo di armi atomiche. Israele, invece, non ha mai aderito all’accordo e mantiene un arsenale nucleare non dichiarato, pur senza mai averlo confermato ufficialmente.
Le dichiarazioni di Grossi rappresentano un richiamo alla realtà dei fatti, in netto contrasto con la retorica bellicista degli ultimi giorni. Se la comunità internazionale vuole evitare un’ulteriore escalation, dovrà basarsi su dati concreti, non su mere speculazioni politiche.