Un portavoce delle Nazioni Unite ha espresso seria preoccupazione per l’iniziativa di un’organizzazione umanitaria privata sostenuta dagli Stati Uniti e Israele, che ha recentemente iniziato a distribuire aiuti nella Striscia di Gaza. L’ONU avverte che questa azione rischia di distogliere l’attenzione dalla vera emergenza: la necessità di riaprire rapidamente tutti i valichi di frontiera, fondamentali per garantire un flusso costante e sufficiente di aiuti.
Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio umanitario delle Nazioni Unite (OCHA), ha definito il progetto del Global Humanitarian Fund (GHF), promosso da Israele e supportato dagli Stati Uniti, una “distrazione” che non risolve il problema di fondo. Per oltre undici settimane, il blocco imposto da Israele ha limitato drasticamente l’ingresso di cibo, medicinali e altri beni essenziali.
La recente distribuzione di aiuti attraverso hub controllati dai centri di distribuzione del GHF, situati in aree adiacenti a posizioni militari israeliane, ha provocato enormi assembramenti in condizioni caotiche e pericolose. A causa delle distanze, molte famiglie rimangono escluse dalla distribuzione. Inoltre durante queste operazioni, si sono verificati episodi di violenza: le forze israeliane hanno sparato sulla folla, causando la morte di diversi civili che cercavano di ottenere beni di prima necessità.
Parallelamente, Juliette Touma, direttrice comunicazioni dell’UNRWA, ha confermato che migliaia di camion carichi di aiuti, inclusi medicinali prossimi alla scadenza, sono bloccati ai confini in Giordania ed Egitto, in attesa delle autorizzazioni israeliane. Le restrizioni persistono, con il passaggio consentito solo per alcuni beni, escludendo materiali fondamentali come carburante e forniture mediche essenziali.
Israele usa come pretesto la presunta necessità di impedire che Hamas sfrutti gli aiuti umanitari a fini militari, ma questa motivazione appare sempre più come una scusa funzionale a giustificare un blocco duro e prolungato che colpisce duramente la popolazione civile. Dietro questa narrativa si nasconde in realtà una strategia volta a mantenere il controllo totale sulla Striscia di Gaza.
L’ONU ribadisce con forza che l’unica soluzione concreta e sostenibile alla crisi è l’apertura completa e immediata di tutti i valichi di frontiera, per permettere un flusso regolare e sicuro di aiuti a tutta la popolazione di Gaza. Le iniziative parziali e isolate, come quella del GHF, non bastano a evitare una catastrofe umanitaria che si sta rapidamente aggravando.
