Infezioni potenzialmente mortali che si diffondono tra i pazienti ricoverati e che, in molti casi, non dovrebbero nemmeno esistere. È questa la dura accusa lanciata dal professor Peter Collignon, uno dei maggiori esperti australiani di malattie infettive, che punta il dito contro gli ospedali del Territorio della Capitale Australiana (ACT).
Peter Collignon accusa: “Con semplici misure igieniche, la metà dei casi di stafilococco aureo si potrebbe evitare”
Secondo Collignon, troppi pazienti finiscono per contrarre in ospedale lo Staphylococcus aureus, noto come “golden staph”, un batterio in grado di provocare infezioni gravissime e, nei casi peggiori, letali.
“Si tratta di infezioni che si possono e si devono prevenire. Con semplici misure di controllo, come lavarsi correttamente le mani e gestire meglio i cateteri, si potrebbe dimezzare il numero dei casi”, ha dichiarato Collignon al Canberra Times.
Ospedali sotto accusa
Il problema non è nuovo, ma continua a ripetersi. Nonostante qualche miglioramento registrato negli ultimi anni, i dati più recenti mostrano che gli ospedali dell’ACT restano tra i peggiori in Australia per numero di infezioni da stafilococco aureo.
Si tratta di un batterio comunemente presente sulla pelle, che però, in ambiente ospedaliero, può trasformarsi in un killer silenzioso, soprattutto nei pazienti già debilitati.
“Parliamo di infezioni che possono entrare nel sangue e uccidere una persona nel giro di pochi giorni”, avverte Collignon.
Numeri che fanno paura
Le infezioni del sangue da golden staph hanno un tasso di mortalità che può arrivare fino al 35%. E quando si tratta di ceppi resistenti agli antibiotici (MRSA), la situazione diventa ancora più critica.
“Non è accettabile che in ospedale una persona si ammali o muoia per infezioni che si possono evitare”, insiste lo studioso.
La soluzione è semplice (ma richiede impegno)
Non servono nuove tecnologie o farmaci miracolosi, spiega Collignon. La vera arma contro queste infezioni è la prevenzione:
- lavaggio accurato delle mani da parte del personale sanitario
- uso corretto e sicuro dei dispositivi medici
- pulizia scrupolosa degli ambienti
- maggiore controllo e responsabilità da parte delle strutture ospedaliere
Un impegno che, secondo Collignon, potrebbe salvare molte vite. Ma che, ad oggi, sembra ancora troppo spesso sottovalutato.
