DJI, il leader globale nella produzione di droni, ha avviato un’azione legale contro il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, contestando la sua designazione come “Chinese Military Company”. Questo sviluppo, avvenuto il 18 ottobre 2024, segna un punto cruciale nella crescente tensione tra gli Stati Uniti e le aziende tecnologiche cinesi, con implicazioni significative per il futuro delle relazioni commerciali tra le due potenze.
Nel 2022, il Dipartimento della Difesa ha inserito DJI in una lista nera, sostenendo che l’azienda avesse legami con il governo cinese e l’esercito ritenendola potenzialmente pericolosa e dannosa per la sicurezza nazionale.. Questa classificazione ha avuto ripercussioni devastanti per l’azienda, poiché ha portato a un divieto per le agenzie governative di utilizzare i droni DJI, costringendo l’azienda a perdere contratti vitali e a vedere ridotta la fiducia dei clienti sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, alcuni legislatori americani stanno considerando misure per vietare ulteriormente l’uso dei droni DJI nel paese.
DJI ha ribadito che la sua produzione si concentra esclusivamente su droni per uso commerciale e consumer, non militare, e ha denunciato come ingiustificata la designazione ricevuta. La compagnia ha cercato di dialogare con il Pentagono per oltre 16 mesi, ma senza ottenere risposte soddisfacenti, portandola a intraprendere un’azione legale per la rimozione della sua classificazione.
L’inserimento di DJI nella lista nera ha avuto un impatto diretto sulle operazioni aziendali. La compagnia ha registrato perdite significative, con numerosi contratti annullati e l’incapacità di acquisire nuovi clienti, in particolare nel settore pubblico. Questo scenario ha generato un effetto domino, influenzando anche le vendite e la reputazione dell’azienda a livello globale.
La causa della DJI non è solo una questione legale; essa riflette tensioni geopolitiche più ampie. Negli ultimi anni, le relazioni tra Stati Uniti e Cina si sono inasprite, specialmente nel settore tecnologico, dove le preoccupazioni riguardo alla sorveglianza e alla sicurezza nazionale hanno portato a restrizioni crescenti su molte aziende cinesi. La situazione di DJI potrebbe influenzare ulteriormente il panorama legislativo e commerciale, non solo per l’azienda stessa, ma anche per altre entità cinesi in settori simili.
All’inizio di questa settimana, DJI ha comunicato a Reuters che la dogana statunitense sta bloccando l’importazione di alcuni dei suoi droni a causa della legge uigura sulla prevenzione del lavoro forzato. L’azienda ha smentito seccamente l’uso di lavoro forzato nella sua produzione.
I legislatori americani nel frattempo hanno espresso preoccupazioni riguardo ai rischi associati ai droni DJI, in particolare per quanto riguarda la sicurezza dei dati e la sorveglianza, preoccupazioni che l’azienda ha respinto. Lo scorso mese, la Camera dei rappresentanti ha approvato un divieto per l’uso di nuovi droni DJI negli Stati Uniti, con il disegno di legge in attesa di approvazione al Senato. Inoltre, il Dipartimento del Commercio sta valutando l’imposizione di restrizioni sui droni cinesi, che potrebbero portarli a essere banditi negli Stati Uniti.