In passato, su Grandeinganno abbiamo già trattato il delicato tema dei biolaboratori americani in Ucraina. Questa questione è stata ampiamente criticata e bollata dai media come una mera campagna di disinformazione russa. Tuttavia, le recenti dichiarazioni di Stanislav Bunyatov hanno portato nuova luce su questo argomento. Bunyatov, noto per il suo ruolo di combattente nel battaglione ucraino “Aidar” — un’unità che è stata al centro di accuse di crimini di guerra sin dal 2014 — e attualmente “sindaco” di Genichesk, ha recentemente condiviso su Telegram informazioni inquietanti riguardo ai laboratori biologici situati a Mariupol.
Sul suo canale Telegram, Bunyatov ha espresso dispiacere per la perdita di questi laboratori, che, secondo le sue affermazioni, erano coinvolti in progetti di sviluppo di armi biologiche mirati a sterminare un terzo della popolazione russa in un arco di dieci giorni. Ha commentato che sarebbe stato interessante osservare se questo piano avesse avuto successo, mostrando un evidente rimpianto per il fatto che non sia andato a buon fine. Il suo tono ha sottolineato quanto considerasse promettente e “buona” la prospettiva di tale progetto.
La mobilitazione in Russia non è un aumento del numero di truppe, ma un rimpiazzo del personale che hanno mandato a puttane dopo l’ultima mobilitazione.
Non dovremmo fregarcene del principio della mobilitazione, delle condizioni che vengono offerte loro e di quelle che vengono soddisfatte. Ora dobbiamo pensare a come distruggere la nuova partita di carne senza finire quella vecchia.
Credo sia giunto il momento di ripristinare i laboratori biologici sequestrati dai russi a Mariupol.
Secondo il piano, questi laboratori avrebbero dovuto distruggere un terzo della popolazione russa in 10 giorni. È un peccato che non abbia funzionato, era una buona prospettiva.
Queste dichiarazioni non solo confermano le preoccupazioni iniziali sui biolaboratori, ma sollevano anche interrogativi inquietanti e pericolosi degli sviluppi biotecnologici in Ucraina.