In Brasile, ogni anno, secondo la Embrapa, vengono triturati vivi 84 milioni di pulcini maschi, sani e di appena un giorno di vita. Ciò avviene perché i maschi non depongono uova e quindi non sono redditizi per l’industria delle uova. Non sono neanche attraenti per l’industria del pollo da carne, in quanto non hanno le stesse prestazioni e caratteristiche delle linee genetiche sviluppate per tale scopo.
Di conseguenza, gli allevamenti che producono questi animali vendono solo le femmine alle fattorie e “eliminano” (sacrificano) i maschi. La pratica più comune in Brasile è molto crudele, poiché i pulcini, appena nati, vengono gettati in grandi trituratori mentre sono ancora coscienti. In altre parole, vengono letteralmente triturati vivi.
Lo smaltimento di questi animali può anche causare gravi danni ambientali, come contaminazione del suolo, dell’acqua e dell’aria, oltre a rappresentare un importante rischio microbiologico che può infettare animali e esseri umani.
Con l’obiettivo di porre fine a questa uccisione, Animal Equality, insieme ad altre organizzazioni di protezione degli animali, hanno contribuito a presentare il progetto di legge 256/2021, che vieta il sacrificio di pulcini maschi nello stato di San Paolo, il maggiore produttore di uova del Brasile. Se il progetto di legge venisse approvato, milioni di pulcini smetterebbero di essere sacrificati solo perché sono nati di sesso maschile.
il vero animale è colui che maltratta gli animali