Al momento di firmare il foglio per l’autorizzazione alla vaccinazione anti Covid 19 Monica Chiavello, 48 anni, maestra di scuola elementare al Lagaccio, prende la penna. E non si limita a una sigla.
«Mi sento costretta a sottopormi a questa vaccinazione perché rischio il posto di lavoro e sono monoreddito. Accetto di essere vaccinata dal momento che, sotto coercizione e non per mia volontà devo sottopormi come “cavia” in un vaccino in cui non credo a causa della sospensione dello stipendio. Non mi ritengo responsabile di eventuali danni o “effetti avversi” alla mia persona e, in tal caso, pretendo di essere risarcita dallo Stato».
scrive, sul modulo, davanti ai medici nell’hub vaccinale del Teatro della Gioventù.
Un consenso, quello compilato ieri dalla signora Chiavello, che non è stato ritenuto dai medici idoneo per procedere alla vaccinazione.