L’adozione dell’intelligenza artificiale nelle scuole sta introducendo cambiamenti problematici nell’ambiente educativo, sollevando dubbi sul suo impatto negativo. Un esempio è Abigail Bailey, un assistente virtuale in un istituto inglese, che sostituisce sempre di più il coinvolgimento umano nel processo educativo, innescando preoccupazioni sulla perdita di contatto umano.
In Italia, l’IA viene gradualmente introdotta, ma molte persone esprimono preoccupazioni riguardo a un suo utilizzo. Il Liceo Scientifico Newton di Roma ad esempio utilizza strumenti IA per ricerche e approfondimenti, ma questo solleva interrogativi sulla dipendenza crescente dalle tecnologie e su come queste possano influire negativamente sugli studenti.
Inoltre, progetti futuri che contemplano l’uso del riconoscimento facciale per automatizzare l’appello sollevano preoccupazioni sull’invadenza della sorveglianza tecnologica nell’ambiente scolastico, mettendo a rischio la privacy e la libertà individuale.
L’uso dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per progetti come il robot per la raccolta della plastica è visto da alcuni come un esempio di come l’IA possa mettere a rischio posti di lavoro tradizionali e portare a una diminuzione delle opportunità per le persone.
L’introduzione dell’IA nelle scuole non è priva di sfide e controversie. Sebbene possa migliorare l’efficienza operativa, molti sono preoccupati per l’erosione dell’interazione umana e per l’impatto negativo che potrebbe avere sull’esperienza educativa.
impatto educativo? veramente proviamo tutti felicità nel fare un numero
telefonico ed avere a che fare con assistenti digitali che ti interrogano
su che vuoi , non ho capito, clicca sul numero XY per trovarti al punto
di partenza. E sei pure un’utente che paga , un correntista che versa
i soldi , un pensionato che ha pagato regolarmente i contributi , ed altri esempi di quanto poco veniamo calcolati umanamente.