Il Ministro della Salute israeliano Moshe Arbel, ha sollevato numerose polemiche con la sua recente direttiva di vietare al sistema sanitario pubblico in Israele di curare i prigionieri palestinesi catturati nel conflitto Israele-Palestina. Questa mossa ha innescato un acceso dibattito riguardo al rispetto dei principi etici e legali.
“In questi tempi difficili, il sistema sanitario dovrebbe concentrarsi completamente sulla cura delle vittime del massacro criminale, dei soldati dell’IDF e sulla preparazione per il prossimo”, ha aggiunto il ministro della Sanità. “Il compito di assicurare e curare i maledetti e spregevoli terroristi all’interno del sistema sanitario pubblico danneggia significativamente questi sforzi e quindi, sotto la mia guida, il sistema sanitario pubblico non li curerà”
Il ministro israeliano Arbel ha chiesto al Primo Ministro Benjamin Netanyahu di dare istruzioni ai corpi competenti affinché agiscano di conseguenza.
Si configura una violazione dei diritti umani poiché rifiutare il trattamento medico ai prigionieri di guerra può essere considerato un oltraggio ai principi di dignità e diritti fondamentali, indipendentemente dalla situazione specifica. Inoltre, tale decisione solleva interrogativi sulla legalità delle azioni del Ministero della Salute, poiché la Convenzione di Ginevra impone l’obbligo di fornire assistenza medica ai prigionieri di guerra.