Quando lo aveva salutato intorno alle 16, prima di uscire di casa, aveva visto il figlio 50enne entrare in bagno ed era ancora lì quando era rientrata, dopo le 18: la porta chiusa, nessuna risposta dall’altra parte a rassicurarla.
Scattato l’allarme, all’arrivo di ambulanza ed automedica i sanitari hanno chiesto l’intervento anche dei vigili del fuoco. Saliti sul tetto dell’abitazione di via Camolli, da un lucernario i pompieri hanno potuto vedere che l’uomo giaceva steso sul pavimento del bagno, apparentemente privo di sensi. Forzata la porta per prestargli soccorso, la tragica scoperta: non c’era ormai più nulla da fare per Claudio Dall’Agata, 50 anni compiuti a settembre.
La natura del malore che lo ha portato al decesso è in corso di accertamento. Nell’abitazione di quartiere San Odorico oltre ai pompieri sono poi arrivati anche i carabinieri. La casa dove si è consumata la tragedia è confinante con quella che un tempo ospitava la trattoria gestita da un altro ramo dei Dall’Agata e che oggi invece vede attivo il ristorante Chickis. La strada è quella che porta a Camolli Casut.
Agricoltore dal fisico alto e muscoloso, custodiva un carattere schivo e modi un po’ bruschi. Claudio Dall’Agata lavorava i campi di famiglia e anche di alcuni parenti: vigne, tabacco, soia, cereali, un impiego che sembrava avergli dato quella tranquillità in parte mancata in gioventù, quando, di animo ribelle, era incappato in problematiche legate alle dipendenze, chiamato a fare ammenda anche attraverso i lavori socialmente utili.
Chi ha avuto modo di conoscerlo bene lo ricorda come un carattere problematico, un «ribelle senza causa» con modi ruvidi. Aveva lasciato presto la scuola preferendole il lavoro, era stato anche operaio alla Arrital, fino alla svolta dell’impiego a tempo pieno nei campi come imprenditore agricolo. Da un po’ era tornato a vivere a Sacile, dopo alcuni anni trascorsi a Cordignano e dopo la fine della storia d’amore con la compagna, dalla quale aveva avuto una figlia. Claudio Dall’Agata viveva con la mamma Giuseppina nella casa che lo aveva visto crescere e che lo ha custodito nei suoi ultimi momenti. Lascia anche due fratelli: il maggiore Renato ed il minore Stefano. Per conoscere la data del funerale bisognerà attendere gli accertamenti medici disposti dall’autorità per definire le cause del decesso.