Muore in giardino, mentre taglia l’erba. Tragedia nel giorno di Ferragosto: l’architetto Lucio Talamini Berton è stato colpito da un malore inatteso, durante un lavoro di manutenzione, che aveva fatto chissà quante altre volte. Il 66enne professionista di origini zoldane, con studio in centro storico, all’inizio di via Mezzaterra, si è accasciato a terra e non c’è più stato niente da fare. I soccorsi sono stati il più possibile veloci, ma tutti i tentativi di rianimazione da parte del personale medico, arrivato a bordo dell’elicottero del 118, sono stati purtroppo inutili. Non si è più ripreso.
«È mancato all’improvviso, dopo aver vissuto la vita intensamente», ha fatto scrivere sull’epigrafe la compagna Alessandra. Già fissati per mercoledì 17 agosto alle 15, nella chiesa di San Floriano in Pieve, a Val di Zoldo, i funerali. La salma riposerà nel vicino cimitero comunale.
Talamini era conosciutissimo in valle, in particolare a Forno: «Me lo ricordo come una persona molto cordiale», consulta la memoria il sindaco zoldano Camillo De Pellegrin, «personalmente conoscevo molto bene i genitori, soprattutto la mamma Mercedes. La gran parte della sua attività si svolgeva a Belluno, ma ha lavorato anche dalle nostre parti e mi dispiace molto per quello che è successo, anche perché è del tutto inaspettato».
Cordoglio da parte dell’Ordine degli Architetti di Belluno. Lucio Giorgio Massimo Talamini si era laureato a Ca’ Foscari, Venezia, nel 1983 e l’anno dopo aveva sostenuto l’esame di Stato a Milano. Era iscritto all’ordine professionale dal 1986: «Siamo stati dei buoni colleghi», sottolinea la presidente Fabiola De Battista, «era una persona molto attiva, oltre che un professionista serio e sempre interessato a tutti i vari aspetti della nostra sempre difficile professione. Condoglianze alla famiglia da parte di tutto il Consiglio direttivo del nostro Ordine».
Talamini era stato anche componente del consiglio generale dell’Associazione Industriali di Belluno, nominato dal consiglio di presidenza guidato da Luca Barbini: «La creatività, nel lavoro come nella vita, era il suo tratto distintivo», rimarca Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, «un vero architetto, nella mente e nel cuore, dall’energia inesauribile. Lascia un vuoto incolmabile in tutti noi. Siamo increduli e da oggi molto più poveri per questa prematura scomparsa».
Intenso è un aggettivo che ritorna spesso, quando si parla di Lucio Talamini: «Lucio viveva intensamente la vita, apprezzando l’arte e la cultura, e sapeva donarsi con grande generosità», riprende Berton, «la sua libertà di pensiero rimarrà a lungo con noi. Esprimo il mio personale cordoglio e quello dell’intera associazione con il Consiglio generale. Ci stringiamo ad Alessandra, Talita, Emma e Franca. A tutte loro va il nostro abbraccio».
Senza Speranza ha già trovato la scusa: “Ha stato il caldo!11” Ma se mia sorella e mia madre che girano nelle ore più calde
della giornata sono vivissime, (ovviamente non si sono fatte inoculare). Per non parlare degli africani, da loro fa pure più caldo, eppure mica sono morti. E da LORO guarda caso non hanno cacchinato quasi nessuno. La causa dei decessi è soltanto una, ergo: i cacchini sperimentali covid-19. Dato che la proteina Spike rimane anche più di 10 mesi nel corpo dei cacchinati. E ricordo che è tossica… Gli effetti potremmo vederli anche tra qualche annetto, c’è chi dice anche 5/7. Ho anche notato che stanno morendo molti over 50. Non credo sia un caso. Tuttavia tanti covidioti si preoccupano ancora del covid e dei morti fittizi, (tutti vaccinati con più dosi, anziani e con patologie pregresse). Poveracci, egoisti ed oltretutto pure ipocodriaci e ritardati. Che tristezza…
segno anche questa da mettere nel bugiardino dei kakkini: NON TAGLIARE L’ERBA DEL GIARDINO