“Non c’è rischio di un’escalation, ma bisogna essere pronti”. Lo ha dichiarato ai cronisti il Presidente del Consiglio Mario Draghi replicando al Cremlino, che mette in guardia dopo l’annuncio di Joe Biden sul rafforzamento della presenza militare americana in Europa.
“Non c’è un rischio, però bisogna essere pronti. Noi abbiamo assunto il comando Nato in Bulgaria, e aiutiamo anche la Romania, c’è un pattugliamento aereo dei Baltici in corso già da vari mesi. Le forze che verranno mandate in Bulgaria e in Ungheria sono circa 2 mila soldati, 8mila sono invece di stanza in Italia, pronti, eventualmente fosse necessario. Per quanto riguarda l’Italia si tratta di 70 militari americani in più e un sistema di difesa antiaerea. Mi viene descritto dal ministro della Difesa come un assestamento che era già in programma. Il sistema di difesa aerea certo deve andare a rinforzare il fianco orientale”.
E ha ribadito:
“E’ un momento importante per la Nato perché l’Alleanza si allarga e la presenza dell’Europa aumenta, si arriva a una corrispondenza tra Ue e Nato, quindi anche su molte divergenze di opinioni sulla costruzione della difesa europea e di una sua complementarietà con la Nato vengono superate”.
A una giornalista che chiedeva cosa pensi dell’accordo concluso ieri dalla Finlandia e dalla Svezia con la Turchia per scongiurare il veto di Ankara all’adesione dei due paesi nordici all’Alleanza Mario Draghi ha risposto così: “È bene che questa domanda la facciate alla Finlandia e alla Svezia”.
Il regime del presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha preteso e ottenuto l’impegno di Helsinki e Stoccolma a non sostenere i curdi del Ypg, che hanno combattuto contro l’Isis in Siria, e che Ankara considera come terroristi. “L’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato – aveva chiesto la giornalista – vale la consegna dei curdi che ci hanno aiutato a combattere l’Isis al ‘dittatore’ Erdogan, come lei stesso lo aveva definito?” Draghi, che inizialmente era sembrato non voler rispondere e aveva già cominciato ad allontanarsi, all’improvviso si è fermato, è tornato indietro e, rivolto alla giornalista, ha detto: “Attenzione, siccome questo che lei ha toccato è un punto molto importante, è bene che questa domanda la facciate alla Finlandia e alla Svezia”.
Mi sembra di assistere ai preparativi di una demolizione controllata, con tutti i tecnici che si affannano a predisporre strategicamente gli esplosivi.
Poi un passante chiede “ma che cosa state facendo?” e la risposta del capo demolizione “ah, niente, bisogna essere pronti” (!?).
Siamo dentro una guerra che non ci dovrebbe riguardare e che ci porterà alla rovina.
(non c’entra niente, ma secondo me Draghi rappresenta l’uomo del futuro, molto basico e pertanto facilmente clonabile)