La questione dell’immunità naturale e della sua superiorità su quella esile ed effimera conferita da i vaccini, è stata accertata e provata, al di là di qualsiasi ragionevole dubbio, come si direbbe in un tribunale. E anzi, ora si comincia a dimostrare, che i vaccini somministrati dopo l’acquisizione dell’immunità naturale sono in grado di distruggerla indebolendo per sempre il sistema immunitario.
Perciò al di là di quello che si può pensare in generale dei preparati a mRna, vaccinare chi ha già un’immunità naturale è scientificamente stupido e dannoso a tutti gli effetti, tranne che per i profitti di Big Pharma. Proprio per questo non è più un fatto medico, ma politico, una cartina di tornasole della eterogenesi dei fini della pandemia: la vaccinazione ancorché inutile e dannosa ha il valore di un atto di obbedienza cieca che prescinde dalle circostanze e dai fatti del mondo reale. Il problema è che la democrazia si fonda proprio su una contrattazione tra le esigenze individuali e quelle della società e di volta in volta viene raggiunta una soluzione, un compromesso dopo aver soppesato quei bisogni in conflitto e aver deciso, attraverso un consenso generale, cosa dovrebbe avere la priorità.
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