di Silvano Danesi
L’Organizzazione mondiale della sanità – come riporta The Epoch Times – ha ammonito gli esperti di non fare affidamento esclusivamente sui risultati di un test PCR per rilevare il virus cinese.
Nella guida aggiornata pubblicata il 20 gennaio, l’OMS ha affermato che gli esperti di laboratorio e gli operatori sanitari dovrebbero anche considerare la storia del paziente e i fattori di rischio epidemiologico insieme al test PCR nella diagnosi del virus.
La nuova guida potrebbe portare a un numero significativamente inferiore di casi giornalieri.
“La maggior parte dei test PCR – sostiene la guida – sono indicati come ausilio per la diagnosi, pertanto, gli operatori sanitari devono considerare qualsiasi risultato in combinazione con la tempistica del campionamento, il tipo di campione, le specifiche del test, le osservazioni cliniche, la storia del paziente, lo stato confermato di eventuali contatti e le informazioni epidemiologiche”.
Non è chiaro perché l’agenzia sanitaria abbia aspettato più di un anno per rilasciare la nuova direttiva.
Scienziati e medici hanno sollevato preoccupazioni per molti mesi di un eccessivo affidamento e di un uso improprio del test PCR come strumento diagnostico poiché non può distinguere tra un virus infettivo vivo da un frammento di virus inattivato che non è infettivo.
Inoltre, i valori di soglia del ciclo elevato della maggior parte dei test PCR, a 40 cicli o più, aumentano il rischio di falsi positivi. Un valore di soglia più alto indica una minore carica virale e che la persona ha meno probabilità di essere infettiva, mentre una persona con un valore di soglia del ciclo inferiore ha una carica virale più alta o è più contagiosa.
L’OMS non ha specificato quale dovrebbe essere il valore di soglia per una diagnosi positiva, ma ha detto di solo “determinare se la regolazione manuale della soglia di positività PCR è raccomandata dal produttore”. L’OMS ha però chiarito che quando la prevalenza del virus cinese è bassa, “il rischio di falsi positivi aumenta”, il che significa che “la probabilità che una persona che ha un risultato positivo (SARS-CoV-2 rilevata) sia veramente infetta da SARS- Il CoV-2 diminuisce al diminuire della prevalenza, indipendentemente dalla specificità dichiarata” dal test PCR.
Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) afferma che i suoi test PCR hanno un limite di soglia del ciclo di 40 cicli. L’agenzia federale ha infine incluso informazioni sul valore soglia del ciclo nelle sue domande frequenti su COVID-19 per i laboratori il 12 novembre 2020.
Ma molti esperti medici considerano un valore soglia di 40 cicli per restituire solo falsi positivi poiché i campioni che passano attraverso molti cicli di amplificazione raccoglieranno sequenze di RNA trascurabili indipendentemente dal fatto che il virus sia inattivo o la carica virale sia eccessivamente bassa per porre qualsiasi problema.
E’ quanto meno sospetta l’uscita dell’OMS dopo il giuramento di Joe Biden. Finite le elezioni negli Usa, mentre il dottor Fauci lancia messaggi rassicuranti, in molte contee americane si allenta la tensione. Il riconteggio dai dati potrebbe portare a dire che la pandemia ha un aspetto diverso da quanto è stato narrato sino ad ora. E’ del tutto evidente che sul visrus si sono fatte speculazioni enormi. Perché solo ora, dopo un anno l’OMS ci dice quello che poteva dirci molto tempo fa? Che farà Speranza? Andrà avanti con l’algoritmo cinese o si aggiornerà? Le nuove regole dell’OMS pongono pesanti interrogativi sulla gestione della pandemia e sulla psy op ad essa connessa, con propaganda, disinformazione, pletora di consulenti tra di loro discordi. Norimberga aspetta.