Vi proponiamo un intervento del Prof. Kary #Mullis, biochimico statunitense
Mullis ha vinto il premio Nobel per la chimica nel 1993 grazie ai suoi studi sulla tecnica #PCR (Polymerase Chain Reaction), cioè la tecnica di biologia molecolare che consente di amplificare piccoli frammenti di DNA. Una volta amplificato, il DNA prodotto con la tecnica PCR, può essere utilizzato per vari scopi e varie procedure di laboratorio. Tra i possibili utilizzi ci sono i test per l’individuazione dei #virus, ed è proprio a questi tipi di test che vengono sottoposti oggi i #tamponi per l’individuazione del Covid-19.
Possiamo trovare una utile spiegazione sul sito dell’INMI, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive IRCCS “Lazzaro Spallanzani”:
“È il cosiddetto “tampone”, il test attualmente più affidabile, quello che oggi viene utilizzato per la diagnosi di infezione da coronavirus. Viene prelevato con un lungo bastoncino simile ad un cotton-fioc un campione delle vie respiratorie del paziente, preferibilmente dalla mucosa naso-faringea o, laddove possibile (in ospedale), si usa espettorato o broncolavaggio o broncoaspirato.
Questo campione viene quindi analizzato attraverso metodi molecolari di real-time RT-PCR (Reverse Transcription – Polymerase Chain Reaction) per l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi durante l’infezione”.
In questo video il prof. Mullis risponde ad alcune domande sulla tecnica PCR, mettendo in evidenza come i risultati e l’interpretazione possano essere soggetti ad un uso improprio quando si va alla ricerca di un virus.