Dopo quattro anni di battaglie legali e proteste, Stefano Puzzer, noto leader del movimento No Green Pass, ha ottenuto una vittoria significativa: la Corte di Cassazione ha disposto il suo reintegro come lavoratore presso il porto di Trieste.
Il licenziamento di Puzzer, avvenuto in seguito alla sua opposizione all’obbligo del Green Pass sul luogo di lavoro, era stato confermato in precedenza da diversi gradi di giudizio. Tuttavia, la Cassazione ha annullato tali decisioni, riconoscendo l’illegittimità del licenziamento per giusta causa.
La sentenza, emessa il 10 settembre 2025, sancisce non solo il diritto di Puzzer a tornare al lavoro, ma anche a ricevere un risarcimento per il danno subito in questi anni. Una vittoria che assume un forte valore simbolico, sia per il lavoratore che per il movimento No Green Pass, che da anni si batte contro le restrizioni imposte durante la pandemia.
Stefano Puzzer, portuale di Trieste e figura di spicco nelle manifestazioni contro il Green Pass, ha così ottenuto il riconoscimento delle proprie ragioni da parte del più alto organo della giustizia italiana. La notizia ha trovato ampio riscontro sui principali media locali e nazionali, tra cui Il Piccolo e Il Gazzettino.
Questa decisione potrebbe aprire la strada a ulteriori riflessioni e possibili ricorsi in casi simili legati all’obbligo del Green Pass nel mondo del lavoro, segnando una tappa importante nel dibattito ancora acceso su libertà individuali e misure sanitarie.
