Donald Trump ha inaugurato ufficialmente il nuovo centro di detenzione per migranti irregolari situato nel Dade-Collier Training and Transition Airport, un ex aeroporto nelle Everglades, all’interno della Big Cypress National Preserve, in Florida. La struttura, realizzata in appena otto giorni, è stata soprannominata “Alligator Alcatraz” per la presenza di alligatori nelle zone paludose che circondano il centro.
Il complesso, composto da tende e container, ha una capacità stimata tra 3.000 e 5.000 persone ed è stato costruito con un investimento iniziale di circa 450 milioni di dollari, finanziato dallo Stato della Florida, con la possibilità di ricevere un rimborso da parte della Federal Emergency Management Agency (FEMA).
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti, oltre a Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis, il procuratore generale statale, e altri funzionari locali e federali.
Durante il suo discorso, Trump ha sottolineato l’efficacia del centro come modello per la gestione dell’immigrazione irregolare e ha dichiarato:
“They’re not going to run away — they’ve got gators out there.”
(“Non scapperanno, là fuori ci sono gli alligatori.”)
Con questa frase, Trump ha richiamato l’attenzione sulla natura paludosa dell’area, abitata da alligatori, serpenti e altre specie selvatiche, sottolineando che l’ambiente rende difficile qualsiasi tentativo di fuga.
Il centro è parte di una più ampia strategia politica che punta ad accelerare i processi di detenzione e deportazione dei migranti irregolari, riducendo i tempi di permanenza e cercando di contenere i flussi verso gli Stati Uniti.
Le prime settimane di attività del centro hanno registrato alcune criticità legate all’ambiente naturale. Le piogge stagionali hanno causato allagamenti nelle tende e nei container, mettendo in evidenza le difficoltà logistiche legate alla posizione del sito, soggetto a frequenti inondazioni.
Il progetto ha suscitato reazioni da parte di organizzazioni per i diritti civili e delle tribù indigene Miccosukee e Seminole, che hanno espresso preoccupazione per l’impatto ambientale e la mancanza di consultazione preventiva con le comunità locali. Diverse associazioni hanno inoltre annunciato iniziative legali per contestare la legittimità della struttura.
Il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) ha chiarito che il centro è gestito principalmente dallo Stato della Florida in collaborazione con agenzie federali e che rientra in un piano nazionale volto a rafforzare il controllo e la gestione dell’immigrazione.

chissà se gli alligatori sono muniti di regolare passaporto sanitario
. Gli USa non sono come l’Italia di poche esigenze, tutto deve essere
perfetto prima di accogliere il viandante…………umano o non .