Incidenti catastrofici: una minaccia sempre presente
La lobby nucleare sostiene che gli incidenti siano improbabili, ma la storia dimostra il contrario:
- Chernobyl (1986): migliaia di morti, un’area vastissima contaminata per secoli, costi umani ed economici incalcolabili.
- Fukushima (2011): un disastro causato da un terremoto, che ha dimostrato come nessun impianto sia al sicuro da eventi naturali, errori umani o attacchi terroristici.
Nonostante le rassicurazioni sul fatto che “le nuove centrali siano più sicure”, il rischio zero non esiste, e quando qualcosa va storto, le conseguenze sono irreversibili.
Scorie radioattive: l’eredità avvelenata per millenni
Decine di migliaia di tonnellate di scorie altamente radioattive giacciono in depositi temporanei, perché nessuno sa davvero come smaltirle in modo sicuro.
I depositi geologici profondi (come quello finlandese di Onkalo) sono esperimenti costosissimi, la cui efficacia non è garantita nel lungo termine.
Chi pagherà per la gestione di queste scorie tra 100, 500 o 10.000 anni? Le aziende energetiche? I governi? No: i cittadini, come sempre.
Costi proibitivi: un buco nero di soldi pubblici
- Una sola centrale nucleare costa oltre 10 miliardi di euro (vedi Hinkley Point C, in UK, con costi lievitati a €32,7 miliardi).
- I tempi di costruzione sono lunghissimi (10-20 anni), con ritardi cronici e budget sempre superati.
- Lo smantellamento (decommissioning) è un altro salasso: la sola centrale italiana di Caorso è costata 700 milioni e non è ancora completata.
Mentre il solare e l’eolico costano sempre meno, il nucleare diventa sempre più caro, divorando risorse che potrebbero essere investite in energie più efficienti e democratiche.
Uranio: una risorsa limitata e geopoliticamente tossica
- L’uranio-235 non è infinito, e le miniere hanno un enorme impatto ambientale.
- La dipendenza da Paesi come Russia, Kazakistan e Niger crea rischi geopolitici, mentre le rinnovabili sfruttano risorse locali e diffuse.
Tempi di realizzazione troppo lunghi
Servono decenni per costruire una centrale, mentre eolico e solare si installano in pochi mesi.
Inefficienza e spreco di risorse
- Le centrali nucleari hanno un basso rendimento termodinamico (circa il 30-35%), il che significa che gran parte dell’energia prodotta viene dispersa in calore invece di essere convertita in elettricità.
- Il processo di arricchimento dell’uranio è estremamente energivoro, riducendo ulteriormente il bilancio energetico complessivo.
Problemi di approvvigionamento e logistica
- L’estrazione di uranio è inquinante e pericolosa per i lavoratori e le comunità locali, con danni alla salute legati a polveri radioattive e contaminazione delle falde acquifere.
- Il trasporto di materiale radioattivo (uranio, scorie, elementi di combustibile) espone a rischi di incidenti e richiede costose misure di sicurezza.
Impatto sull’acqua e sugli ecosistemi
- Le centrali nucleari necessitano di enormi quantità d’acqua per il raffreddamento, causando alterazioni degli ecosistemi fluviali e marini (ad esempio, surriscaldamento delle acque e danni alla fauna ittica).
- In caso di incidente, la contaminazione radioattiva di fiumi, laghi o mari può essere catastrofica e irreversibile.
Costi nascosti e sussidi pubblici
- Il nucleare non è economicamente sostenibile senza massicci aiuti di Stato: assicurazioni, smaltimento scorie, smantellamento impianti e sicurezza sono spesso scaricati sui contribuenti.
- Le compagnie private evitano di investire nel nucleare proprio a causa dei rischi finanziari insostenibili.
Alternative più flessibili e moderne
- Le rinnovabili possono essere integrate con sistemi di accumulo, reti intelligenti e soluzioni distributive, mentre il nucleare richiede infrastrutture centralizzate e rigide.
- L’energia nucleare non è adatta alla transizione energetica perché non si adegua facilmente alla domanda variabile, a differenza di solare, eolico e idroelettrico combinati con batterie e idrogeno verde.
Conflitti con le comunità locali
- La costruzione di centrali nucleari incontra forte opposizione sociale per i rischi connessi, con proteste e battaglie legali che ritardano ulteriormente i progetti.
- Le aree contaminate da incidenti o scorie perdono valore economico e diventano inabitabili, con gravi conseguenze per le popolazioni.
Il fantasma della proliferazione nucleare
- La tecnologia civile può essere convertita in armi (vedi Iran, Corea del Nord).
- Più reattori = più materiale fissile a rischio di furto o attacchi terroristici.
Le rinnovabili hanno già vinto
- Solare ed eolico sono più economici, più veloci da installare e senza scorie mortali.
- Le reti decentralizzate sono più resilienti di un sistema basato su megacentrali nucleari.
Il nucleare è un dinosauro costoso e pericoloso
Non è una soluzione valida, ma un diversivo promosso da chi ha interessi nell’industria fossile e nucleare. I soldi pubblici dovrebbero andare alle rinnovabili, allo storage e all’efficienza energetica, non a una tecnologia rischiosa, lenta e superata. È tempo di voltare pagina.
