Negli ultimi anni, l’uso di spyware da parte dei governi ha sollevato un acceso dibattito sulla privacy e sulla sorveglianza digitale. Uno dei nomi recentemente emersi in questo contesto è quello di Paragon Solutions, un’azienda israeliana specializzata nello sviluppo di strumenti di cybersorveglianza. Il suo software di punta, denominato “Graphite“, è stato oggetto di indagini e accuse per il suo utilizzo nella sorveglianza di giornalisti, attivisti e membri della società civile.
Paragon Solutions è un’azienda tecnologica israeliana fondata con l’obiettivo di sviluppare strumenti avanzati di intelligence informatica. A differenza di altre aziende del settore, come la più nota NSO Group (creatrice del famigerato spyware Pegasus), Paragon afferma di vendere i suoi prodotti esclusivamente a governi democratici per scopi di sicurezza nazionale e applicazione della legge.
Il software “Graphite” sviluppato da Paragon Solutions è in grado di infiltrarsi nei dispositivi mobili e raccogliere dati sensibili, inclusi messaggi crittografati da app come WhatsApp e Signal. Questo lo rende uno strumento particolarmente potente per le operazioni di intelligence, ma anche potenzialmente pericoloso se utilizzato in modo improprio.
Recentemente, WhatsApp ha denunciato che circa 90 utenti, tra cui giornalisti e attivisti, sarebbero stati presi di mira con lo spyware di Paragon Solutions. Questo ha sollevato preoccupazioni sul fatto che tali strumenti vengano utilizzati non solo per indagini legittime, ma anche per reprimere il dissenso e limitare la libertà di stampa.
Uno dei casi più eclatanti riguarda l’Italia. Secondo un’inchiesta del Guardian, il software Graphite sarebbe stato utilizzato per sorvegliare individui critici nei confronti del governo italiano. Dopo che queste rivelazioni sono emerse, Paragon Solutions ha annunciato la cessazione del suo contratto con l’Italia, una mossa che ha alimentato ulteriori interrogativi sull’uso e il controllo di questi strumenti di sorveglianza.
Come è Stato Scoperto lo Spyware Graphite?
La scoperta dell’uso di Graphite è avvenuta grazie a una combinazione di analisi forense digitale, indagini di società di sicurezza informatica e rivelazioni di piattaforme come WhatsApp e Citizen Lab.
- Segnalazione di WhatsApp: WhatsApp ha rilevato attività sospette su circa 90 dispositivi appartenenti a giornalisti e attivisti, identificando tentativi di intrusione tramite vulnerabilità sfruttate da Graphite.
- Analisi di Citizen Lab: Il gruppo di ricerca Citizen Lab ha effettuato un’indagine forense su alcuni telefoni compromessi, trovando tracce di codice e pattern di comunicazione riconducibili allo spyware.
- Collaborazione con Amnesty International: Amnesty International ha supportato le vittime della sorveglianza e confermato che Graphite sfruttava vulnerabilità zero-click, ossia exploit che non richiedono alcuna azione da parte della vittima.
- Indagini giornalistiche: Testate come The Guardian e Wired hanno svolto inchieste basate su testimonianze di esperti e documenti interni trapelati.
- Tracce lasciate dallo Spyware: Graphite lasciava anomalie nei dispositivi infettati, tra cui connessioni inusuali a server esteri, consumo anomalo di batteria e dati, e modifiche ai file di sistema.
Queste prove hanno permesso di attribuire l’attacco a Paragon Solutions, portando alla cessazione del contratto con l’Italia e a un’ondata di critiche contro l’uso di spyware governativi.
L’uso crescente di spyware avanzati come Graphite ha portato molte organizzazioni per i diritti umani a chiedere una maggiore regolamentazione del settore. Amnesty International e altre ONG hanno espresso preoccupazione per la mancanza di trasparenza e per il rischio che questi strumenti vengano utilizzati per violare i diritti fondamentali delle persone.
Da un lato, le aziende produttrici di spyware sostengono che i loro strumenti siano essenziali per combattere il terrorismo, il crimine organizzato e altre minacce alla sicurezza nazionale. Dall’altro, gli esperti di privacy avvertono che senza un adeguato controllo e una regolamentazione stringente, tali tecnologie possono facilmente essere usate per reprimere il dissenso politico e violare la libertà di espressione.
Il caso di Paragon Solutions e del suo spyware Graphite evidenzia il delicato equilibrio tra sicurezza e privacy nel mondo digitale moderno. Mentre i governi cercano strumenti sempre più sofisticati per monitorare le minacce alla sicurezza nazionale, cresce la preoccupazione per l’uso improprio di queste tecnologie contro giornalisti, attivisti e cittadini comuni.
Il dibattito su come regolamentare questi strumenti e garantire che vengano utilizzati nel rispetto dei diritti umani rimane aperto. Con la crescente attenzione mediatica su casi come quello di Paragon Solutions, la questione della sorveglianza digitale continuerà a essere un tema centrale nel panorama geopolitico globale.
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