L’ufficio del procuratore della Corte penale internazionale (CPI) ha lanciato un appello per porre fine a quelle che definisce intimidazioni nei confronti del suo personale, affermando che tali minacce potrebbero costituire un reato contro “l’amministrazione della giustizia” da parte del tribunale permanente per i crimini di guerra.
L’ufficio del Procuratore della CPI Karim Khan, con sede all’Aia, ha dichiarato venerdì in un comunicato che tutti i tentativi di ostacolare, intimidire o influenzare impropriamente i suoi funzionari devono cessare immediatamente.
Sebbene la dichiarazione del procuratore non menzioni Israele, è stata rilasciata dopo che funzionari israeliani e statunitensi hanno minacciato delle conseguenze contro la CPI se emetterà mandati di arresto per la guerra di Israele contro Gaza.
“L’Ufficio cerca di impegnarsi in modo costruttivo con tutte le parti interessate ogniqualvolta tale dialogo sia coerente con il mandato conferitogli dallo Statuto di Roma di agire in modo indipendente e imparziale”, ha dichiarato l’ufficio di Khan.
“Tale indipendenza e imparzialità è tuttavia minata quando individui minacciano di ritorsioni contro la Corte o contro il personale della Corte qualora l’Ufficio, nell’adempimento del suo mandato, prenda decisioni su indagini o casi che rientrano nella sua giurisdizione”.
Ha aggiunto che lo Statuto di Roma, che delinea la struttura e le aree di competenza della Corte Penale Internazionale, proibisce le minacce contro la Corte e i suoi funzionari.
Le minacce più gravi provengono da un gruppo di dodici senatori repubblicani degli Stati Uniti che hanno minacciato la Corte Penale Internazionale di sanzioni americane nel caso in cui emettesse mandati di arresto per alti funzionari israeliani.
La minaccia è stata espressa in una lettera indirizzata al procuratore della Corte Penale Internazionale, Karim Khan. I senatori sostengono che qualsiasi mandato di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e altri funzionari sarebbe illegittimo e privo di base legale, e avrebbe come conseguenza severe sanzioni contro la Corte Penale Internazionale stessa.
I senatori repubblicani hanno dichiarato che prenderebbero di mira la Corte Penale Internazionale nel caso in cui Israele fosse preso di mira dalla corte internazionale. Hanno sottolineato che non vi è alcuna equivalenza morale tra il terrorismo di Hamas e le azioni difensive di Israele. Tra i firmatari della lettera ci sono nomi di spicco come il senatore Tom Cotton, Marco Rubio, Mitch McConnell e Ted Cruz.
Le sanzioni minacciate includerebbero restrizioni sui visti per i dipendenti e i collaboratori della Corte Penale Internazionale, nonché per le loro famiglie. Tuttavia, il senatore democratico Chris Van Hollen ha criticato aspramente questa mossa dei repubblicani, definendola “criminalità” contro la Corte Penale Internazionale. Ha sottolineato che è accettabile esprimere disaccordo su possibili azioni giudiziarie, ma minacciare di ritorsioni gli ufficiali giudiziari e i loro familiari è del tutto sbagliato.
questa legittima protesta andrebbe trattata nelle prossime elezioni UE, da tutti gli europarlamentari. E l’Italia che si astiene spesso dai voti in quella sede, potrebbe solidarizzare con l’AIA anzichè con l’ONU . Facciamo la figura
dei conigli…………….