Caterina Giovinazzo, una donna di 88 anni residente a Camporosso, sta lottando per la vita nel reparto di rianimazione dell’ospedale Borea di Sanremo. La sua condizione critica è stata provocata, secondo i parenti, da uno shock dovuto alla ricezione di una bolletta idrica particolarmente elevata da parte del gruppo Iren, fornitore del servizio idrico per la sua abitazione.
La bolletta in questione è di 15.339 euro, e la Banca di Caraglio di Camporosso, autorizzata a coprire le spese di Caterina, ha già versato una prima quota di 7.669 euro il 4 dicembre scorso. La pensionata si è sentita male poco dopo che la nuora le ha letto i dati della bolletta relativa al periodo agosto-ottobre, pervenuta all’istituto di credito il 14 novembre e pagata automaticamente dalla banca pochi giorni dopo.
I parenti, esaminando le bollette Iren precedenti, hanno scoperto che il consumo massimo dell’abitazione di Caterina indicava solo una piccola quantità di metri cubi per i quali erano stati pagati al massimo 65 euro. Tuttavia, la bolletta contestata segnala che Caterina avrebbe utilizzato un’enorme quantità di acqua, ossia 4182 metri cubi, dal 21 febbraio scorso al 31 ottobre.
Questo aumento ingiustificato nel consumo d’acqua e la conseguente bolletta elevata hanno causato uno malore a Caterina Giovinazzo, portandola a uno stato di salute critico. Attualmente è ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale, e le sue condizioni restano gravi.
«Mi sono recato insieme a mio nipote Luigi all’ufficio Iren di Camporosso per segnalare il fatto – commenta Rocco Giovinazzo – L’impiegata ha confrontato i dati Iren e quelli da noi forniti e si è accorta che quanto rilevato in bolletta non corrispondeva a quanto riportato in fattura. Siamo riusciti ad ottenere che l’istituto di credito rimettesse sul conto di mia sorella la somma già versata a Iren e non coprisse, per il 4 marzo 2024, nemmeno gli altri 7.669 euro a saldo ma ciò che Iren, forse, potrebbe considerare solo un errore banale oggi rischia di costare la vita a mia sorella».
Il lunedì scorso, Luigi Trapani ha contattato la società idrica al fine di regolarizzare la posizione della sua mamma. Nel messaggio inviato, ha incluso fotografie dei contatori che documentano accuratamente i reali consumi idrici.
«Non mi hanno risposto – lamenta l’uomo – Pagheremo solo il dovuto. Prima di inviare una bolletta del genere ad una pensionata invalida avrebbero potuto far ricontrollare il contatore da un altro tecnico. Allo sportello ABBIAMO SCOPERTO CHE SONO STATE SPEDITE ALTRE BOLLETTE ERRATE, ma nessuna riportava un ammontare così elevato».
Inoltre la donna trascorre frequentemente i fine settimana presso uno dei figli a Monaco. Come afferma Rocco Giovinazzo, «Non avrebbe potuto consumare 4.186 metri cubi d’acqua nemmeno se avesse voluto». Attualmente, la famiglia sta considerando l’opzione di consultare un avvocato per affrontare la situazione.
«Ci confronteremo per decidere il da farsi. Questa storia non deve ripetersi».
Dal canto suo, Iren replica:
«Prenderemo subito contatti con la famiglia per verificare le motivazioni che hanno prodotto tale ammontare. Siamo molto dispiaciuti per quanto accaduto alla signora. Nel caso si dimostri che l’errore sia dovuto a Iren non verserà proprio nulla. Cercheremo di comprendere come si è giunti a questa situazione».
in questa epoca bestiale è consigliabile TOGLIERE LA domiciliazione bancaria delle bollette. Lo dico per esperienza vissuta in tempi non
sospetti, figuriamoci oggi dove i gestori hanno il coltello dalla parte
del manico. Ci troviamo allo sbando per avere accettato ricattini vari
che servivano a metterci alla prova. Fai di me cio’ che vuoi non è la
soluzione giusta.