La scoperta dei raggi X da parte di Wilhelm Conrad Röntgen nel 1895 ha scatenato una serie di esperimenti condotti da scienziati, medici e inventori. Tuttavia, i primi dispositivi a raggi X generavano immagini utilizzando spettri di radiazioni estremamente pericolose, con dosi sulla pelle estremamente alte.
Nel febbraio del 1896 John Daniel e William Lofland Dudley (1859–1914) dell’Università Vanderbilt condussero un esperimento, nel quale fu fatta una radiografia alla testa di Dudley, ciò che portò alla caduta dei capelli. Herbert D. Hawks, un laureato dell’Università della Columbia, subì gravi ustioni alla mani e al petto durante un esperimento dimostrativo con i raggi X. Questi fatti furono riportati nelle riviste specializzate su ustioni e caduta dei capelli.
Nikola Tesla fu uno dei primi ricercatori in Electrical Review ad ammonire in modo del tutto esplicito contro il potenziale pericolo dei raggi X, nonostante all’inizio li aveva considerati assolutamente privi di rischi. Egli stesso subì massicci danni da radiazioni al proprio corpo dopo i suoi esperimenti.
Fino al 1935 furono distribuite creme e compresse radioattive o bevande energizzate con radon, non vi era patologia che non potesse essere curata con questi prodotti.
Divennero famose le località termali con fanghi e acque con un’alta radioattività naturale. Si moltiplicarono le pubblicità di cosmetici, dentifrici e persino cioccolatini a base di radio.
In Francia nascono nel 1932 una serie di prodotti farmaceutici e di bellezza acquistabili solamente in farmacia. Il rossetto radioattivo a base di torio e radio donava alle labbra tonalità speciali e una bellezza fuori dal comune, perché “era un prodotto sano…”. Furono inventati i radioemanatori, apparecchi in cui l’elemento radioattivo era costituito da una piccola capsula contenente sali di radium, il tutto a diretto contatto con l’acqua che assorbiva l”emanazione” cioè il gas radon che veniva prodotto, e che, recuperata attraverso il rubinetto veniva bevuta come ricostituente. Molti pazienti furono colpiti nel giro di qualche anno da gravi patologie tumorali.
Tuttavia ancora in questo periodo vari medici affermavano che i raggi X non avevano alcun effetto sull’uomo. Ancora fino al 1940 le attrezzature a raggi X venivano fatte funzionare senza alcuna precauzione.
Non era bastata l’esperienza accumulata con il radio ed elementi simili fino agli anni ’40 che, a partire dal 1951, venne messo in vendita il “Laboratorio per l’energia atomica”, una sorta di “piccolo chimico” che permetteva di realizzare in miniatura una reazione nucleare. Dichiarando che le quantità di materiale fissile non erano dannose per la salute, tale gioco restò in commercio fino al 1970, dotato, oltre tutto, di apposito modulo per la richiesta di ulteriore materiale radioattivo che, una volta ottenuta la fissione, poteva essersi esaurito. Con buona pace delle cosiddette “scorie”.
A. Barthélémy e T. Resenhoeft, Erste Röntgengeräte ließen Umgebung grün leuchten, in welt.de, 22 marzo 2011.
K. Sansare, V. Khanna e F. Karjodkar, Early victims of X-rays: a tribute and current perception, in Dento maxillo facial radiology, vol. 40, n. 2, 2011, pp. 123–125, DOI:10.1259/dmfr/73488299, PMC 3520298, PMID 21239576,.
Otto Glasser, Wilhelm Conrad Röntgen und die Geschichte der Röntgenstrahlen, Springer-Verlag, 2013, pp. 243, ISBN 978-3-642-49680-6.
– Michael Krause, Wie Nikola Tesla das 20. Jahrhundert erfand, John Wiley & Sons, 2010, pp. 208–210, ISBN 978-3-527-50431-2.
– Ronald L. Kathern e Paul L. Ziemer, The First Fifty Years of Radiation Protection, su ISU Health Physics, p. 2.
E poi ancora:
– anni ’60 e ’70, amianto dappertutto, farmaci e/o affini compresi.
– dal 2020 in poi, tutti pazzi per il grafene, oltre che nei vaccini, nelle mascherine, cosmetici, assorbenti…
A giudicare dagli intervalli temporali, 20-30 60-70 2020, direi che trattasi di tare familiari che si trasmettono da padre in figlio.
Per cui, per interrompere la catena, basta individuare a chi tagliare le gonadi e siamo a posto.