Qualsiasi persona maggiorenne è obbligata a svolgere i “prestaciones personales” richiesti dalle autorità competenti, seguendo le linee guida del Consiglio di sicurezza nazionale, quando viene dichiarato lo stato di crisi in Spagna. In questo caso, tutti i cittadini senza eccezione devono attenersi agli ordini e alle istruzioni impartite dalle autorità.
Lo stabilisce la riforma della Legge sulla sicurezza nazionale predisposta dal Governo e che riprende alcuni degli insegnamenti appresi durante quasi un anno e mezzo di crisi sanitaria.
Nel caso in cui in Spagna venga dichiarato lo stato di crisi (“situazione di interesse per la sicurezza nazionale” è il nome dato dalla legge), le autorità possono anche procedere al sequestro temporaneo di tutti i tipi di proprietà, all’intervento o all’occupazione provvisoria di quelle necessarie o la sospensione di ogni tipo di attività. Coloro che subiscono danni patrimoniali a causa della requisizione dei loro beni o dell’interruzione della loro attività avranno diritto al risarcimento. Nelle sue prime bozze, la legge esclude il pagamento di indennizzi a coloro che sono obbligati a realizzare un vantaggio personale.
Sebbene la bozza non lo specifichi, si presume che i benefici personali e la requisizione di materiale saranno correlati al tipo di crisi in questione, sia di natura sanitaria, ambientale, economica, finanziaria, ecc. Ciò che gli articoli chiariscono è che le misure adottate saranno graduali e proporzionate alla situazione da affrontare e saranno limitate al tempo strettamente necessario per superare la situazione di crisi.
Il dovere non riguarda solo tutti i cittadini ma anche le società e le persone giuridiche di collaborare con le autorità per superare la crisi, attraverso un provvedimento di natura personale o materiale. Il testo si basa sull’articolo 30 della Costituzione, secondo il quale “gli spagnoli hanno il dovere e il diritto di difendere la Spagna”.
È lo stesso articolo che regola il servizio militare obbligatorio (sospeso in Spagna dal 2001), sebbene non faccia riferimento alla sua 2° sezione, che stabilisce gli “obblighi militari degli spagnoli”, bensì alla 4°, secondo la quale, “da legge, i doveri dei cittadini possono essere regolati in caso di grave rischio, catastrofe o calamità pubblica”, disposizione costituzionale il cui sviluppo è rimasto fino ad oggi inedito.
Sebbene preveda l’imposizione di benefici personali e materiali, la legge sulla sicurezza nazionale è ordinaria, a differenza di quella del servizio militare del 1991, che era organica; che possono porre problemi legali poiché solo le leggi organiche possono incidere sui diritti fondamentali. Inoltre, la dichiarazione di una situazione “di interesse per la Sicurezza Nazionale” (cioè uno stato di crisi), con regio decreto, spetta esclusivamente al Presidente del Governo e non al Congresso, anche se i Tribunali devono essere immediatamente informati delle misure adottate.
Obbligo dei media
Durante la pandemia, il Governo non è ricorso alla dichiarazione di “situazione di interesse per la Sicurezza Nazionale”, ma allo stato di allarme, regolato da una legge del 1981. Tuttavia, con la riforma in via di finalizzazione, la Security Law Nacional potrebbe essere più adatto ad affrontare questo tipo di situazione. Tra le altre novità, la bozza prevede l’obbligo dei media di collaborare con le autorità competenti nella diffusione delle informazioni di carattere preventivo o operativo.
La cosa più importante, però, è che incorpori misure per evitare il ripetersi di carenze di prodotti e beni critici per fronteggiare una crisi, come la mancanza di mascherine, respiratori e DPI avvenuta quando i contagi hanno iniziato a diffondersi in maniera massiccia .
La bozza è stata vista in prima lettura dal Consiglio dei ministri il 22 giugno ed è in attesa dell’approvazione definitiva per la presentazione al Congresso, sebbene il suo contenuto sia già stato segnalato alle comunità autonome e ad alcuni gruppi parlamentari.
La sua preparazione risponde al mandato contenuto in una disposizione della Legge sulla Sicurezza Nazionale del 2015, che ha dato al Governo un periodo di un anno, ovviamente non adempiuto, per inviare ai Tribunali un “progetto di legge che regola la preparazione e la disposizione delle risorse alla Sicurezza Nazionale ”. Invece di elaborare questa nuova norma, il Governo ha preferito riformare l’attuale legge alla luce dell’esperienza maturata nella lotta al coronavirus.
Una delle principali lezioni della pandemia è stata la necessità di garantire l’approvvigionamento di risorse critiche in situazioni di crisi internazionale, vista la difficoltà di acquisirle in un mercato stressato dalle restrizioni all’esportazione imposte dai paesi produttori e dalla speculazione derivata dall’eccesso di domanda e dalla carenza di offerta. Per questo motivo il testo si impegna a garantire l’approvvigionamento di risorse essenziali e strategiche attraverso l’autosufficienza in condizioni eccezionali.
A tal fine, il Consiglio di sicurezza nazionale predisporrà e aggiornerà un catalogo delle risorse umane e materiali, di proprietà pubblica o privata, che possono essere utili in caso di crisi. Il catalogo sarà approvato dal Consiglio dei ministri e avrà i contributi delle comunità autonome e degli enti locali. Verranno approvati i piani per la predisposizione e lo smaltimento delle risorse inserite nel catalogo e verranno svolte esercitazioni per verificarne la disponibilità, pur senza un effettivo dispiegamento di mezzi.