“La misura è stata superata” ha detto Galvano rilanciando le dichiarazioni di Scotti: “Sottrae altro tempo all’assistenza dei pazienti e mortifica la professionalità dei medici. Non accetteremo – ha detto il segretario nazionale – una visione della medicina generale di carattere ‘impiegatizio, una medicina generale che si vorrebbe costringere a sottrarre altro tempo all’assistenza dei pazienti per adempiere a funzioni amministrative che nulla hanno a che fare con la pratica medica”. Un compito, ha proseguito, che andrebbe anche a gravare “un’attività di studio già molto complessa per la gestione ordinaria del virus e la necessaria presa in carico delle cronicità che, forse qualcuno lo dimentica, è determinante in termini di salute”.
“Se vi fosse stato un dialogo – ha continuato Scotti – avremmo almeno potuto spiegare che un compito simile non può essere demandato neanche ad un collaboratore di studio, ove presente, perché questo costringerebbe il medico ad un abuso, cedendo le proprie password del sistema prescrittivo e certificativo al quale, ricordiamo, bisognerà accedere per rilasciare il green pass”.