In una svolta significativa, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato intendere domenica una possibile apertura verso un cambio di regime in Iran, rettificando la sua precedente posizione dopo che i recenti attacchi militari statunitensi contro obiettivi strategici iraniani hanno fallito nel produrre i risultati sperati.
“Non è politicamente corretto usare il termine “cambio di regime”, ma se l’attuale regime iraniano non è in grado di RENDERE L’IRAN DI NUOVO GRANDE, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime??? MIGA!!!”, ha scritto Trump sulla sua piattaforma di social media.
Un’operazione militare dal esito deludente
I raid aerei condotti dalle forze statunitensi durante il fine settimana avrebbero causato solo danni marginali alle infrastrutture iraniane, senza compromettere in modo significativo le capacità operative del paese. Fonti interne al Pentagono avrebbero ammesso, in via confidenziale, che l’azione militare non ha raggiunto gli obiettivi prefissati, lasciando l’amministrazione Trump in una posizione imbarazzante sul piano diplomatico.
Fino a pochi giorni fa, Trump aveva categoricamente escluso l’ipotesi di un cambio di regime a Teheran, sostenendo che gli Stati Uniti non avessero interesse a imporre un mutamento di governo dall’esterno. Tuttavia, in un messaggio pubblicato sulla sua piattaforma social preferita, il presidente ha fatto un’improvvisa inversione di rotta, lasciando intendere che tale scenario potrebbe ora essere contemplato.
Le possibili motivazioni dietro il cambio di tono
Analisti politici suggeriscono che questa nuova retorica potrebbe essere una reazione al fallimento dell’operazione militare, che ha indebolito la credibilità americana nella regione. L’incapacità di infliggere un colpo decisivo al regime iraniano avrebbe spinto l’amministrazione a valutare opzioni più drastiche, incluso un possibile sostegno a forze di opposizione interne.
Alcuni esperti ritengono che Trump stia cercando di riaffermare la deterrenza statunitense dopo una mossa percepita come un passo falso, mentre altri interpretano le sue parole come un tentativo di preparare l’opinione pubblica a un eventuale escalation.
Implicazioni regionali e reazioni internazionali
La nuova posizione di Trump rischia di inasprire ulteriormente i rapporti con Teheran, già tesi dopo l’uccisione del generale Qasem Soleimani e le successive ritorsioni iraniane. Se Washington dovesse perseguire apertamente una strategia di regime change, ciò potrebbe innescare una nuova fase di instabilità in Medio Oriente, con possibili ripercussioni sui mercati energetici globali e sul già fragile equilibrio regionale.
Diverse potenze internazionali, tra cui Russia e Cina, hanno espresso preoccupazione per l’inasprimento della retorica americana, mentre gli alleati europei della NATO si trovano nella scomoda posizione di dover bilanciare il sostegno agli USA con la necessità di evitare un ulteriore deterioramento della sicurezza nella regione.
Cosa ci aspetta nei prossimi giorni?
La situazione rimane estremamente fluida, e ogni mossa da parte di Washington o Teheran potrebbe accelerare la crisi. Se Trump deciderà di perseguire concretamente l’opzione di un cambio di regime, gli scenari possibili includono:
- Sanzioni ancora più severe contro l’economia iraniana
- Un maggiore sostegno a gruppi di opposizione, come i Mujahideen-e Khalq (MEK)
- Ulteriori azioni militari mirate, seppur con il rischio di una risposta iraniana più dura
Nel frattempo, il mondo osserva con apprensione l’evolversi degli eventi, consapevole che un eventuale scontro diretto tra USA e Iran avrebbe conseguenze imprevedibili non solo per il Medio Oriente, ma per l’intero assetto geopolitico globale.
