Con l’escalation del conflitto in Medio Oriente, migliaia di persone stanno lasciando Israele in cerca di sicurezza all’estero. L’instabilità crescente, l’intensificarsi degli attacchi missilistici e la chiusura parziale dello spazio aereo hanno innescato un vero e proprio esodo, che coinvolge sia cittadini israeliani che stranieri.
Nelle ultime settimane, numerosi Paesi hanno avviato operazioni di evacuazione straordinarie per rimpatriare i propri cittadini bloccati in Israele. Stati come Stati Uniti, Germania, Francia, India, Giappone e Cina hanno predisposto voli speciali, navi e persino convogli via terra verso destinazioni relativamente sicure, come Giordania, Cipro ed Egitto.
Il Regno Unito, in particolare, ha attivato un piano di evacuazione terrestre attraverso i valichi di frontiera meridionali, in coordinamento con le autorità israeliane e giordane. Molti cittadini europei e asiatici sono già stati trasferiti in località protette o centri di accoglienza temporanei.
Non si tratta solo di turisti o lavoratori stranieri, anche migliaia di israeliani hanno scelto di lasciare temporaneamente il Paese, specialmente famiglie con bambini e anziani. Alcuni di loro si sono trasferiti in modo indipendente verso nazioni limitrofe o hanno trovato rifugio presso parenti all’estero.
Un ruolo chiave in questa crisi lo sta giocando Cipro. L’isola è diventata un importante punto di transito per migliaia di evacuati. Solo nelle ultime settimane, oltre 6.500 israeliani vi sono arrivati, molti a bordo di navi come la Crown Iris o tramite voli deviati.
Il governo cipriota, in collaborazione con Israele, ha allestito centri di accoglienza dotati di servizi essenziali e pasti kosher.
L’esodo ha sollevato timori a livello internazionale. Le Nazioni Unite hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire corridoi umanitari sicuri, assistenza ai rifugiati temporanei e protezione delle infrastrutture civili. Anche il Comitato Internazionale della Croce Rossa sta monitorando la situazione, in particolare al confine con Gaza e in Galilea.
