Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso la propria gratitudine all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver imposto sanzioni contro quattro giudici della Corte penale internazionale (CPI).
“Grazie al presidente Trump e al segretario di Stato Rubio per aver adottato sanzioni contro i giudici politicizzati della CPI. Avete giustamente difeso il diritto di Israele, degli Stati Uniti e di tutte le democrazie a proteggersi dal terrorismo brutale”, ha scritto Netanyahu su X (ex Twitter).
Le sanzioni, un provvedimento senza precedenti contro alti funzionari di una corte internazionale sono state giustificate dall’amministrazione Trump come ritorsione per l’indagine della CPI sugli abusi commessi da militari americani in Afghanistan, nonché per l’emissione di un mandato d’arresto nei confronti dello stesso Netanyahu.
Le sanzioni colpiscono quattro giudici: Solomy Balungi Bossa (Uganda), Luz del Carmen Ibáñez Carranza (Perù), Beti Hohler (Slovenia) e Reine Adelaide Sophie Alapini Gansou (Benin), tutti inseriti nella lista nera del Dipartimento di Stato.
“Questi quattro individui, in qualità di giudici della CPI, hanno contribuito attivamente alle azioni illegittime e infondate della Corte contro gli Stati Uniti e il nostro stretto alleato, Israele”, ha dichiarato ieri il segretario di Stato Marco Rubio.
“La CPI è un’istituzione politicizzata che pretende arbitrariamente il potere di indagare, incriminare e perseguire cittadini americani e dei nostri alleati”, ha aggiunto.
Le sanzioni contro i giudici della Corte penale internazionale non sono né una mossa diplomatica né una legittima risposta politica: sono una rappresaglia in stile mafioso. Un messaggio brutale: “Noi non siamo soggetti alla legge. È la legge che deve piegarsi a noi.”
Colpire chi indaga sui crimini, congelare i beni di magistrati internazionali, etichettarli come nemici per aver semplicemente svolto il proprio dovere: questo non è dissenso, è intimidazione organizzata. È corruzione istituzionalizzata, la logica del racket applicata al diritto internazionale.
Chiamiamola con il suo nome: questa è mafia.
Evviva la tirannia!