Massimo Lovati, avvocato 73enne di Vigevano, è tornato al centro dell’attenzione mediatica per le sue dichiarazioni sorprendenti riguardo al delitto di Garlasco del 13 agosto 2007, in cui fu uccisa la giovane Chiara Poggi. Lovati difende Andrea Sempio, oggi 37enne, indagato per la terza volta in 18 anni per l’omicidio. Le sue affermazioni, rilasciate in un’intervista a Repubblica, hanno suscitato scalpore per i toni e i contenuti fuori dagli schemi, che spaziano da ipotesi di sicari professionisti fino a riferimenti alla Chiesa e al satanismo.
Lovati ribadisce con forza che Sempio è completamente estraneo ai fatti, sottolineando che “non c’entra nulla con questa storia, nemmeno con quegli ambienti di chiese e oratori”. Lo descrive come “un comunista, un disadattato”, ma anche “provato e sereno, come tutti gli innocenti”. Il legale dichiara inoltre di essere lui stesso “stanco e preoccupato” per il clima attorno alla vicenda, annunciando l’intenzione di contestare le consulenze tecniche prodotte finora e di presentare contro-perizie. Se si arriverà a processo, sarà il giudice – aggiunge – a dover valutare tutto.
Tra le dichiarazioni più controverse c’è il ritorno sull’ipotesi del sicario: secondo Lovati, Chiara Poggi sarebbe stata uccisa da un professionista assoldato per confondere le acque. “La figura del sicario è presente nella letteratura criminologica”, afferma, “sono abilissimi, entrano ovunque e non li scopriamo mai”. L’avvocato ipotizza che Chiara fosse diventata “scomoda” perché avrebbe scoperto qualcosa di segreto e pericoloso.
Ma Lovati non si ferma qui. Spinge ancora oltre la sua teoria, evocando la possibilità di un coinvolgimento di ambienti oscuri legati alla religione. Cita l’abbazia di Bozzola, nei pressi di Garlasco, dove – secondo lui – si sarebbero svolti regolarmente esorcismi e, in passato, anche episodi di pedofilia. I fatti documentati risalgono al 2012, ma l’avvocato sostiene che avvenivano anche prima e che “tutti lo sanno”. Quando gli si chiede su quali basi collega questi episodi all’omicidio di Chiara, la sua risposta è vaga: “È una teoria che nasce dalla mia conoscenza del territorio… è un sogno che ho fatto. Lo scriva: un sogno”.
La teoria assume toni ancora più inquietanti quando Lovati lascia intendere un coinvolgimento della Chiesa stessa nell’omicidio: “Non sarebbe la prima volta. Guardi cosa è successo con Emanuela Orlandi”. Tuttavia, subito dopo si smarca dalle implicazioni dirette, dicendo: “Le ripeto, è un mio sogno. Non voglio guai”.
In chiusura, l’avvocato lancia anche un’accusa implicita ad Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara e già condannato per l’omicidio: secondo Lovati, anche lui sarebbe stato minacciato dal presunto sicario, costretto a dire falsità sul ritrovamento del corpo. “Ha detto un sacco di bugie. Quando menti così tanto è perché qualcuno ti ha detto cosa dire”. Alla domanda sul motivo, risponde che Stasi “non aveva alternative”, e lascia intendere che, se parlasse, rischierebbe la vita: “Finirebbe sottoterra”, dice, ipotizzando l’esistenza di “più mandanti”.
