Nel sud della Striscia di Gaza, nella città di Khan Younis, due fratelli sono stati uccisi consecutivamente dalle forze dell’esercito israeliane. I due stavano seguendo l’ordine di evacuazione impartito dalle forze israeliane nei confronti dei residenti locali. Secondo quanto riportato da EuroMed Human Rights Monitor, i fratelli stavano lasciando la propria abitazione nel quartiere Al Amal, sede della Mezzaluna Rossa palestinese, tenendo in mano una bandiera bianca.
Nahedh Adel Barbakh, un ragazzo di soli 13 anni, è stato deliberatamente colpito da tre proiettili sparati da un cecchino israeliano mentre alzava il drappo bianco in segno di resa durante l’evacuazione. Quando il fratello maggiore, Ramez di 20 anni, si è avvicinato per soccorrere l’adolescente, anch’egli è diventato bersaglio del cecchino, che ha aperto il fuoco su di lui. Tragicamente, Ramez è morto “abbracciato” al corpo del fratellino, in un evento che evidenzia la crudeltà e la violenza perpetrata nei confronti dei civili palestinesi.
Questo episodio si aggiunge a numerose tragedie simili in cui Israele ha ucciso civili palestinesi con bandiere bianche, configurando un crimine di guerra.
Nel frattempo, l’ospedale Nasser a Khan Younis ha esaurito le scorte di cibo, anestetici e antidolorifici a causa dell’assedio israeliano. Le condizioni sono disumane, con il 10% del personale in servizio.
Emergono segnali di opposizione alla guerra in Israele, mentre la comunità internazionale è testimone di una crescente critica nei confronti delle azioni dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. La perdita di 21 soldati israeliani in un solo giorno, registrata nel campo profughi di Maghazi nel centro di Gaza, sta catalizzando una reazione pubblica all’interno del paese. Tuttavia, è ancora troppo presto per determinare se questo evento segnerà un punto di svolta nella percezione pubblica e nella politica israeliana riguardo alla guerra a Gaza.