In poche ore, il video intitolato “Tensioni e pericolo nei vicoli di Genova” ha scatenato una polemica su YouTube, guadagnando oltre 100mila visualizzazioni. L’autore, l’ex pugile e attuale youtuber Simone Cicalone, ha proposto un’esplorazione del centro storico genovese in compagnia di un gruppo di giovani romani, tra cui un campione di kickboxing e addetti di una società di sicurezza.
Tuttavia, ciò che doveva essere una pacifica “passeggiata” di 27 minuti alla scoperta della vita cittadina si è trasformata in un momento teso quando alcuni giovani, visibilmente irritati, hanno reagito negativamente alle riprese, portando la situazione a rischio di scontro fisico.
Le prime reazioni non si sono fatte attendere. Le associazioni di comitati e cittadini della zona hanno condannato l’operato di Cicalone, definendo il video una “provocazione per infangare l’immagine del centro storico”. Il presidente del municipio Centro Est, Andrea Carratù, ha dichiarato che “non è così che si affrontano i problemi” e ha criticato aspramente l’approccio dell’youtuber.
L’autorità giudiziaria ha preso posizione, con il procuratore di Genova, Nicola Piacente, definendo l’episodio “un fatto grave”. Ha incaricato la Digos e la polizia locale di indagare sulla vicenda, manifestando la volontà di fare chiarezza sull’intera situazione.
L’episodio sembra riflettere una situazione paradossale, in cui chi cerca di evidenziare il degrado e le problematiche di una determinata area viene criticato anziché ricevere un supporto nella risoluzione dei problemi. Questo fenomeno potrebbe indicare una difficoltà nel gestire e affrontare le criticità sociali.
In un contesto ideale, la collaborazione tra cittadini, autorità locali e organizzazioni potrebbe essere vista come un mezzo per affrontare e risolvere i problemi del degrado urbano. Tuttavia, se le azioni volte a mettere in luce tali questioni vengono percepite come provocatorie o dannose per l’immagine del luogo, può diventare difficile instaurare un dialogo costruttivo.