Rovelli è stato coinvolto in una polemica recente a causa del suo discorso al Concerto del Primo Maggio, in cui ha criticato apertamente il governo italiano per la sua gestione dell’Ucraina.
In seguito a ciò, ha ricevuto una mail da Levi, commissario per la Fiera del Libro di Francoforte, che ritirava l’invito per partecipare alla fiera libraria più importante d’Europa. Nella email, si manifesta preoccupazione riguardo il clamore, all’eco e alle reazioni suscitate dal discorso di Rovelli durante il concerto del primo maggio.
Rovelli, dal palco del Concertone, era stato chiaro. Forse troppo:
«Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace, volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra».
Levi comunica a Rovelli che prende completamente su di sé la responsabilità del ritiro dell’invito, poiché non desidera che un’occasione di celebrazione e di legittimo orgoglio per il nostro paese si trasformi in una fonte di imbarazzo per la nostra rappresentanza.
Dopo che la Fiera del Libro di Francoforte ha ritirato l’invito a Carlo Rovelli, il direttore del Salone del Libro di Torino, Nicola Lagioia, si schiera a favore del fisico.
“Sono senza parole e desidero esprimere piena solidarietà a Carlo Rovelli”.
“Possiamo avere opinioni molto diverse da lui sulla questione ucraina”, scrive Lagioia, “ma questo invia un brutto segnale dal mondo dell’editoria: se un autore che critica il governo, viene eliminato”.