Il presidente Trump ha invitato nello Studio Ovale l’ex segretario di Stato Henry Kissinger. Durante l’incontro, il presidente ha detto ai media che il signor Kissinger è un amico di lunga data.
Il signor Kissinger ha parlato brevemente, dicendo che è stato un onore essere invitato alla Casa Bianca in un “momento in cui l’opportunità di costruire un Nuovo Ordine Mondiale “.
Chi era il criminale Henry Kissinger
Henry Alfred Kissinger nacque il 27 maggio 1923 a Fürth, in Baviera, in una famiglia ebrea ashkenazita. Originariamente chiamato Heinz Alfred Kissinger, la sua famiglia, appartenente alla tradizione ebraica dell’Europa centrale e orientale, attraversò varie nazioni per sfuggire alle persecuzioni e preservare le proprie tradizioni. Questo percorso influenzò profondamente la sua formazione culturale e religiosa.
La carriera di Henry Kissinger è un groviglio di ambiguità e crimini che sollevano dubbi inquietanti sulla sua moralità e sull’etica delle sue azioni. Il suo operato è infarcito di decisioni e comportamenti controversi che hanno acceso roventi polemiche. Kissinger è stato accusato di manipolare e strumentalizzare la politica internazionale per servire i propri interessi e quelli della sua nazione, senza scrupoli e ignorando completamente le conseguenze umane e morali delle sue scelte. La sua figura è diventata simbolo di cinismo politico, con accuse di complicità in crimini di guerra e violazioni dei diritti umani che non possono essere ignorate né giustificate. Di seguito, un riepilogo delle principali accuse e polemiche.
Politiche in America Latina
Kissinger è stato coinvolto nel supporto a varie dittature militari in America Latina durante gli anni ’70, in particolare in Argentina e Brasile, dove le operazioni di repressione politica hanno portato a numerose violazioni dei diritti umani.
Colpo di Stato in Cile (1973)
Henry Kissinger ebbe un ruolo centrale nel sostenere il colpo di stato militare del 11 settembre 1973 in Cile che rovesciò il presidente democraticamente eletto Salvador Allende e instaurò la dittatura di Augusto Pinochet e il regime di Pinochet. Le sue azioni sono state pesantemente criticate per il loro impatto negativo sulla democrazia e sui diritti umani in Cile. Kissinger, allora Segretario di Stato degli Stati Uniti, fornì supporto finanziario e tecnologico al regime di Pinochet, convinto che un governo autoritario in Cile sarebbe stato un alleato strategico contro l’influenza comunista in America Latina.
Durante e dopo il colpo di stato, gli Stati Uniti stabilirono una solida alleanza con il regime di Pinochet. Kissinger mantenne contatti diretti con Pinochet e, nel 1976, visitò il Cile per rafforzare ulteriormente il legame tra i due paesi. Le sue azioni furono caratterizzate da un coinvolgimento attivo nel sostenere il nuovo governo cileno.
Un rapporto della Commissione per i fatti compiuti in Cile (Rettig Report), pubblicato nel 2004, rivelò che gli Stati Uniti avevano fornito supporto finanziario e tecnologico al regime di Pinochet. Il rapporto stimava che circa 3.000 persone furono uccise durante la repressione successiva al colpo di stato. Kissinger fu anche criticato per aver dichiarato che gli Stati Uniti “speravano” nell’eliminazione di Allende, pur affermando di non aver pianificato direttamente l’assassinio.
Kissinger ebbe un ruolo importante nell’aiutare a destabilizzare la democrazia cilena e nel favorire un regime militare brutale. Il suo coinvolgimento è stato oggetto di ampie critiche da parte di storici e analisti, che accusano Kissinger di aver contribuito in modo significativo alla repressione dei diritti umani in Cile.
Guerra del Vietnam
Henry Kissinger, come consigliere per la sicurezza nazionale e successivamente come segretario di Stato sotto il presidente Richard Nixon, ha giocato un ruolo centrale nei negoziati di pace per porre fine alla guerra del Vietnam culminati negli Accordi di Parigi del 1973. Tuttavia, le critiche nei suoi confronti sono numerose e articolate, in particolare per aver prolungato il conflitto, che ha causato ulteriori perdite umane, per ottenere condizioni più favorevoli per gli Stati Uniti. Come consigliere per la sicurezza nazionale, Kissinger consigliò Nixon su questioni militari, includendo il dispiegamento dei bombardieri B-52 e l’uso di armi chimiche come l’Agent Orange.
Henry Kissinger ha giocato un ruolo fondamentale nei negoziati segreti con il Vietnam del Nord, culminati negli Accordi di pace di Parigi del 1973. Questi accordi prevedevano un cessate il fuoco, il ritiro delle truppe americane e il ritorno dei prigionieri di guerra. Per i suoi sforzi, Kissinger fu insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1973, un riconoscimento che ha suscitato ampie controversie, poiché il conflitto proseguì in varie forme fino al 1975, quando il Vietnam del Nord prese il controllo del Sud Vietnam.
In tandem con il presidente Richard Nixon, Kissinger prolungò deliberatamente la guerra per ottenere condizioni di pace più favorevoli agli Stati Uniti. Questo prolungamento del conflitto provocò ulteriori perdite umane e devastazioni. Tra le decisioni più spietate di Kissinger vi fu l’espansione della guerra in Cambogia e Laos attraverso massicci bombardamenti, noti come Operazione Menu. Questi attacchi, inizialmente tenuti segreti, causarono immense sofferenze civili e contribuirono alla destabilizzazione della regione.
Sotto la guida di Kissinger, l’uso di agenti chimici come l’Agent Orange fu intensificato. Questo defoliante chimico causò danni ambientali devastanti e gravi problemi di salute a lungo termine per milioni di vietnamiti e veterani americani. Inoltre, Kissinger spinse Nixon a impiegare bombardieri B-52 per attacchi massicci, noti come Operazione Linebacker. Questi bombardamenti, finalizzati a mettere pressione sul Vietnam del Nord durante i negoziati, si tradussero in ingenti perdite civili e distruzione.
Le decisioni di Kissinger durante la guerra del Vietnam sono state spesso criticate per la loro crudele mancanza di considerazione etica e morale. Gli storici lo accusano di aver abbracciato una visione cinica e spietata della politica internazionale, dove gli obiettivi strategici prevalevano brutalmente sulle vite umane e sui diritti umani.
Uso dell’Agent Orange durante la Guerra del Vietnam
Agent Orange, nome in codice dato dall’esercito statunitense a un potente erbicida, fu ampiamente utilizzato dagli Stati Uniti tra il 1961 e il 1971 durante la Guerra del Vietnam. L’impiego militare ufficiale di questo agente era finalizzato alla defogliazione delle foreste per privare i Viet Cong della copertura vegetale, essenziale per le loro operazioni di guerriglia. Tuttavia, le conseguenze dell’uso dell’Agent Orange furono devastanti e ben più gravi del semplice disboscamento.
L’Agent Orange contiene diossine altamente tossiche come sottoprodotti, che sono state ritenute responsabili di una vasta gamma di malattie e difetti alla nascita sia nella popolazione vietnamita che nei veterani di guerra statunitensi. Le diossine presenti nell’Agent Orange hanno proprietà cancerogene, che colpiscono in modo particolarmente grave le donne, e teratogene, causando deformazioni congenite.
Gli effetti dell’Agent Orange si manifestarono rapidamente tra le comunità esposte, con un’incidenza allarmante di cancro, malformazioni alla nascita, e altre gravi condizioni di salute. La contaminazione ambientale ha avuto un impatto duraturo, compromettendo la salute di milioni di persone e l’ecosistema vietnamita. Le generazioni successive continuano a soffrire delle conseguenze di questo veleno persistente, con bambini che nascono ancora oggi con gravi difetti alla nascita.
L’eredità dell’Agent Orange è una delle più oscure macchie della Guerra del Vietnam, un tragico esempio di come le decisioni belliche possano avere ripercussioni devastanti e a lungo termine sulle popolazioni civili e sull’ambiente.
Uso del Napalm durante la Guerra del Vietnam
Durante la guerra del Vietnam, il napalm fu utilizzato principalmente dagli Stati Uniti. Il napalm è un agente incendiario a base di benzina gelificata, capace di aderire alle superfici e di bruciare a temperature estremamente elevate. Venne usato per distruggere foreste e giungle che offrivano copertura alle forze nemiche, nonché per attacchi diretti contro le posizioni delle truppe nemiche.
Gli Stati Uniti fornirono anche il napalm al governo del Sud Vietnam, che lo utilizzò contro le forze nordvietnamite e i Viet Cong.
Bombardamenti in Cambogia e Laos
Durante la guerra del Vietnam, Kissinger ha autorizzato bombardamenti segreti in Cambogia e Laos. Queste operazioni militari hanno causato ingenti perdite civili e sono state criticate per la loro segretezza e mancanza di trasparenza.
Negli anni ’70, gli Stati Uniti hanno scatenato una serie di bombardamenti segreti in Cambogia e Laos con l’obiettivo di interrompere le linee di rifornimento del Nord Vietnam e supportare le forze anti-comuniste. Queste operazioni, avvenute sotto la direzione di Kissinger, hanno visto l’uso di bombardieri B-52 e una pioggia di esplosivi che ha ridotto in macerie interi villaggi. L’Operazione Menu, cominciata nel 1969, e l’Operazione Barrel Roll, che si è protratta fino al 1973, hanno fatto più danni di quanto qualsiasi strategia militare avrebbe potuto giustificare.
Queste operazioni furono condotte nel segreto più totale, privando il pubblico di ogni informazione su un conflitto che devastava due nazioni. La mancanza di trasparenza ha scatenato accuse di abuso di potere e di disprezzo per i principi democratici.
Le stime parlano di decine di migliaia di civili uccisi o feriti da questi bombardamenti. Le campagne aeree hanno provocato una vera e propria carneficina, con migliaia di persone costrette a fuggire e comunità distrutte. Il termine “massacro” viene usato senza esitazione da storici e critici per descrivere l’entità delle sofferenze inflitte.
I bombardamenti hanno ridotto in cenere enormi aree di foresta e contaminato fiumi vitali, lasciando cicatrici ambientali che hanno messo in ginocchio gli ecosistemi locali e che continueranno a minacciare la vita umana e animale per decenni.
Kissinger ha cercato di difendersi, dichiarando di non aver mai avuto piena consapevolezza delle atrocità causate dai bombardamenti e di aver agito in base a una strategia di sicurezza nazionale. Ma queste giustificazioni appaiono misere di fronte all’enormità delle sofferenze inflitte.
Il dibattito su Kissinger e le sue operazioni in Asia del Sud-est è diventato un campo di battaglia di accuse e revisioni storiche. Mentre alcuni lo vedono come un abile stratega immerso in un contesto geopolitico complesso, la maggioranza degli storici lo considera un criminale di guerra che ha sacrificato la vita di migliaia di innocenti per obiettivi strategici discutibili.
Operazione Condor
Kissinger è stato implicato nel sostegno statunitense all’Operazione Condor, una campagna di repressione politica e terrorismo di stato portata avanti da dittature sudamericane negli anni ’70. Questa operazione ha comportato il sequestro, la tortura e l’uccisione di migliaia di dissidenti politici.
La “Operación Cóndor” era un’organizzazione segreta creata dai servizi segreti di Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Paraguay e Uruguay negli anni ’70 e ’80. Il suo obiettivo era quello di eliminare i leader politici di opposizione e dissidenti in tutta la regione. I colpi di stato iniziarono nel 1964 con quello in Brasile. Nel 1971 fu la volta della Bolivia . Seguirono Cile e Uruguay nel 1973, e poi Argentina nel 1976. Una volta preso il potere, i militari iniziarono violente campagne di repressione contro ogni forma di dissenso.
La Cóndor era un’organizzazione paramilitare che agiva con il sostegno dei governi militari delle nazioni coinvolte. Era nota per le sue azioni terroristiche e assassine, compresi omicidi, rapimenti e torture.
Gli Stati Uniti sostennero finanziariamente e militarmente la Cóndor, sebbene non fossero direttamente coinvolti negli omicidi. Kissinger era il Segretario di Stato degli Stati Uniti all’epoca in cui la Cóndor cominciò a operare.
La Cóndor fu accusata di aver ucciso più di 60 persone, tra cui politici, sindacalisti e attivisti per i diritti umani. Tra le vittime più note ci fu l’ex-presidente dell’Argentina, Juan Perón, che fu assassinato nel 1976.
Kissinger è stato accusato di avere un ruolo importante nel sostegno alla Cóndor e di aver contribuito alla sua creazione e alla sua esecuzione. Egli ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella Cóndor, ma la sua amicizia con gli leader militari della regione e il sostegno finanziario degli Stati Uniti alla Cóndor hanno fatto sorgere dubbi sulla sua sincerità.
La Cóndor fu sciolta negli anni ’90 dopo la caduta dei regimi militari in tutta la regione. Tuttavia, il suo lascito è ancora oggi un tema importante nella storia della regione e delle violazioni dei diritti umani.
La storia della Cóndor è ancora oggi un tema di grande rilevanza per l’internazionalizzazione dei crimini contro l’umanità e la necessità di giustizia e riparazione per le vittime.
Invasione di Timor Est (1975)
Dopo un incontro tra Kissinger, il presidente Ford e il dittatore indonesiano Suharto, l’Indonesia invase Timor Est. L’invasione e l’occupazione successiva hanno causato la morte di circa 200.000.
Henry Kissinger è stato coinvolto in un modo significativo nella politica della regione del Timor Est durante gli anni ’70 e ’80.
Nel 1975, il presidente americano Gerald Ford e Kissinger sostennero la decisione di invadere l’Indonesia, che era allora l’isola di Timor-Oriental, per porre fine alla sua indipendenza. L’invasione diede origine a una tragedia umana, con centinaia di migliaia di timoresi uccisi o costretti in esilio.
Kissinger era allora il Segretario di Stato degli Stati Uniti e sosteneva che l’indipendenza del Timor Est avrebbe creato un problema per la stabilità della regione. Egli credeva che l’invasione indonesiana fosse necessaria per proteggere gli interessi degli Stati Uniti in Indonesia, un paese importante per l’approvvigionamento di petrolio e altre risorse.
Tuttavia, questo evento è stato criticato come una grave violazione dei diritti umani e dell’autodeterminazione del popolo timorese. L’invasione diede origine a una lunga lotta per l’indipendenza del Timor Est, che finalmente ottenne nel 2002.
Kissinger è stato accusato di avere un ruolo importante nella pianificazione e nell’esecuzione dell’invasione, e il suo coinvolgimento è stato oggetto di critiche e dibattiti. Egli ha sempre sostenuto che la sua decisione era motivata dalla necessità di proteggere gli interessi statunitensi in Indonesia e di evitare una crisi regionale.
Tuttavia, questo evento resta un punto caldo nella storia del Timor Est e un caso di studio sulla complessità delle politiche esterne degli Stati Uniti.
Il ruolo di Kissinger nell’agevolare i massacri di Videla in Argentina
Henry Kissinger, è stato accusato di aver lavorato per bloccare gli sforzi dell’amministrazione del Presidente Jimmy Carter per fermare i massacri commessi dal governo militare argentino guidato da Jorge Videla durante gli anni ’70 e primi ’80.
Nel 1976, il regime di Videla, che prese il potere con un colpo di stato, avviò una brutale campagna di repressione, che portò alla scomparsa e all’uccisione di migliaia di persone considerate minacce al suo potere. L’amministrazione Carter, guidata da un forte impegno per i diritti umani, condannò pubblicamente questi crimini e cercò di imporre sanzioni economiche contro l’Argentina.
Tuttavia, documenti declassificati e testimonianze di ex funzionari indicano che Kissinger lavorò dietro le quinte per contrastare tali sforzi. Credeva che un governo militare in Argentina fosse cruciale per la stabilità regionale e che gli Stati Uniti dovessero mantenere buone relazioni con esso, nonostante le gravi violazioni dei diritti umani.
Le azioni di Kissinger sono state viste come un tradimento dell’impegno di Carter per i diritti umani e hanno suscitato ampie critiche da parte di attivisti e studiosi. Questo ha acceso dibattiti sull’effettiva politica degli Stati Uniti verso l’Argentina durante quel periodo e sul grado di complicità degli Stati Uniti nelle atrocità commesse.
Le sue azioni sono state fortemente criticate per aver aggravato la situazione, offrendo sostegno politico ed economico a un governo noto per gravi violazioni dei diritti umani.
Operazioni Covert in Africa
Kissinger è stato coinvolto in operazioni segrete in vari paesi africani, supportando fazioni e governi che hanno spesso portato a instabilità e conflitti prolungati nella regione.
Henry Kissinger, noto per il suo ruolo di Segretario di Stato e Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti durante le amministrazioni di Nixon e Ford, è stato coinvolto in varie operazioni segrete a livello globale, inclusi alcuni paesi africani. Le sue politiche in Africa, come in altre parti del mondo, sono spesso state caratterizzate dal supporto a fazioni o governi con l’obiettivo di contrastare l’influenza sovietica durante la Guerra Fredda.
Alcuni esempi specifici dell’influenza di Kissinger in Africa includono:
- Angola: Nel 1975, con la fine del dominio coloniale portoghese, l’Angola si trovò nel mezzo di una guerra civile tra diverse fazioni. Gli Stati Uniti, sotto la guida di Kissinger, sostennero il Fronte Nazionale per la Liberazione dell’Angola (FNLA) e l’Unione Nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola (UNITA) contro il Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola (MPLA), che era supportato dall’Unione Sovietica e da Cuba. Questo intervento contribuì a prolungare il conflitto.
- Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo): Gli Stati Uniti, con Kissinger al comando della politica estera, supportarono il regime di Mobutu Sese Seko, che era considerato un baluardo contro il comunismo in Africa centrale. Mobutu rimase al potere per decenni, governando con un regime dittatoriale e corrotto, che contribuì alla destabilizzazione della regione.
- Rhodesia (attuale Zimbabwe): Kissinger fu coinvolto nei negoziati durante la guerra di indipendenza della Rhodesia. Gli Stati Uniti cercarono di promuovere una transizione pacifica verso un governo di maggioranza nera per contrastare l’influenza comunista nella regione, anche se i risultati furono complessi e portarono a ulteriori conflitti.
- Zambia: Durante il periodo in cui Kissinger era in carica, gli Stati Uniti erano interessati alla stabilità del Zambia, un importante produttore di rame e un alleato strategico nella regione. Kissinger e l’amministrazione Nixon sostennero il governo del presidente Kenneth Kaunda, ma il supporto non era sempre uniforme o diretto. Gli Stati Uniti erano preoccupati per l’influenza sovietica e comunista nella regione e, sebbene Kaunda fosse un leader moderato e non comunista, le dinamiche geopolitiche globali influenzarono le sue relazioni internazionali.
- Etiopia: Kissinger ebbe un ruolo nelle dinamiche politiche etiope, specialmente in relazione al conflitto tra il regime dell’Imperatore Hailè Selassiè e il movimento marxista del Derg. Gli Stati Uniti erano preoccupati per l’espansione dell’influenza sovietica e cercarono di limitare il sostegno ai movimenti comunisti. Tuttavia, la caduta di Hailè Selassiè e l’instaurazione del regime del Derg portò a un periodo di grande instabilità e violenze.
- Somalia: Gli Stati Uniti supportarono il regime di Siad Barre, il dittatore somalo, come parte della strategia per contenere l’influenza sovietica nell’Oceano Indiano e nel Corno d’Africa. Tuttavia, il supporto a Barre, che instaurò un regime oppressivo e autocratico, contribuì a una serie di conflitti e instabilità nella regione.
- Sudan: In Sudan, gli Stati Uniti avevano un interesse strategico per limitare l’influenza sovietica e, in tal senso, sostennero vari gruppi e governi. La complessità delle alleanze e le dinamiche interne del Sudan, caratterizzate da conflitti tra governi centrali e movimenti separatisti, contribuirono a una lunga storia di instabilità.
- Mozambico: Anche se non direttamente legato a Kissinger, il coinvolgimento degli Stati Uniti in Mozambico, con il supporto a fazioni anti-comuniste durante la guerra civile, influenzò la stabilità della regione. La guerra civile mozambicana fu complessa e le alleanze esterne giocarono un ruolo importante.
Molte di queste operazioni hanno avuto conseguenze a lungo termine, spesso destabilizzando i paesi coinvolti e prolungando conflitti che hanno avuto gravi ripercussioni sulle popolazioni locali.
Kissinger adottò un approccio spregiudicato, in cui gli obiettivi strategici degli Stati Uniti erano prioritari rispetto alle considerazioni umanitarie e ai diritti umani.
Politiche nel Medio Oriente
Kissinger ha avuto un ruolo significativo nelle politiche degli Stati Uniti in Medio Oriente, incluse le relazioni con l’Iran pre-rivoluzione e l’Arabia Saudita. La sua strategia spesso ignorava le questioni dei diritti umani in favore di considerazioni geopolitiche.
Iran Pre-Rivoluzione:
Kissinger ha appoggiato senza riserve il regime oppressivo dello Shah Mohammad Reza Pahlavi, ignorando sistematicamente la brutalità e la repressione politica perpetrata dal regime. Questo sostegno ha contribuito a una dittatura che ha massacrato e torturato i suoi oppositori, mentre Kissinger si preoccupava solo di mantenere un alleato strategico nella regione. Il supporto di Kissinger al Savak, il servizio di sicurezza dello Shah, è stato direttamente legato alla brutalità del regime, che ha usato la tortura e la repressione per mantenere il potere.
Accordi con l’Arabia Saudita:
Kissinger ha sviluppato una stretta alleanza con l’Arabia Saudita, un regime noto per la sua violazione sistematica dei diritti umani e la repressione della dissidenza. La sua priorità era garantire l’approvvigionamento di petrolio e mantenere stabilità strategica, mentre ignorava il sistematico abuso dei diritti umani e la mancanza di democrazia. La ricerca di interessi economici e strategici ha prevalso sulla considerazione delle gravi violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita, dimostrando una totale indifferenza verso le sofferenze della popolazione.
Accordi di Camp David (1978):
Gli Accordi di Camp David, mediati da Henry Kissinger e dall’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Gerald Ford, hanno portato alla firma di un trattato di pace tra Israele e Egitto. Tuttavia, questo accordo, pur rappresentando un importante passo verso la stabilità nella regione, ha avuto delle conseguenze controverse. Mentre l’Egitto ha ottenuto il ritorno della penisola del Sinai, e Israele ha ottenuto il riconoscimento ufficiale come stato sovrano da parte dell’Egitto e la normalizzazione delle relazioni, la questione palestinese è rimasta in gran parte trascurata. I diritti dei palestinesi e la questione della loro indipendenza sono stati lasciati irrisolti, e le prospettive per una soluzione duratura per il conflitto israelo-palestinese sono rimaste complicate e problematiche.
Relazioni con la Cina
Sebbene il suo ruolo nel miglioramento delle relazioni USA-Cina sia spesso visto come un successo diplomatico, Kissinger è stato criticato per aver ignorato le violazioni dei diritti umani in Cina in cambio di vantaggi strategici.
Ruolo nelle Politiche di Detenzione
Durante il periodo in cui Kissinger era al governo, ci sono state accuse riguardanti il suo coinvolgimento nelle politiche di detenzione e tortura di dissidenti politici, sia direttamente che attraverso il supporto a governi stranieri.
Operazioni di Sorveglianza e Interferenze Domestiche
Henry Kissinger, ex Segretario di Stato e Consigliere per la Sicurezza Nazionale, è stato coinvolto indirettamente nello scandalo Watergate, un episodio che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon nel 1974. Watergate, uno dei più noti scandali politici nella storia degli Stati Uniti, iniziò il 17 giugno 1972 con l’arresto di cinque uomini mentre cercavano di installare microfoni e rubare documenti nel quartier generale del Comitato Nazionale Democratico a Washington D.C.
Le indagini successive rivelarono una complessa trama di spionaggio politico e sabotaggio collegata alla campagna di rielezione di Nixon, il CREEP (Committee to Re-elect the President). Emerse che l’amministrazione Nixon aveva tentato di insabbiare l’inchiesta e ostacolare la giustizia, portando a audizioni e indagini pubbliche. Nel giugno 1974, l’House Judiciary Committee votò per l’impeachment di Nixon, il quale, di fronte alla pressione crescente, si dimise l’8 agosto 1974, diventando il primo presidente degli Stati Uniti a farlo volontariamente. Gerald Ford lo sostituì e concesse a Nixon un’amnistia totale, suscitando ulteriori polemiche.
Kissinger, che servì come Consigliere per la Sicurezza Nazionale dal 1969 al 1975 e come Segretario di Stato dal 1973 al 1977, era profondamente coinvolto nella presidenza di Nixon e aveva accesso a informazioni sensibili riguardanti l’inchiesta. Nonostante non sia mai stato formalmente accusato di crimine in relazione a Watergate, il suo ruolo e la sua vicinanza a Nixon lo hanno reso oggetto di speculazioni e accuse.
Alcuni critici accusano Kissinger di essere complice nello scandalo, suggerendo che avrebbe potuto avere un ruolo nella copertura dello scandalo. Tuttavia, Kissinger ha sempre negato qualsiasi cattiva azione o coinvolgimento, affermando di non essere a conoscenza della penetrazione al Watergate e di non aver partecipato alla copertura successiva.
Le indagini del Congresso, guidate dal Senatore John Ervin, confermarono che Kissinger aveva avuto accesso a informazioni sensibili sull’inchiesta e aveva discusso lo scandalo con Nixon, ma non emersero prove concrete di un suo coinvolgimento diretto nella cospirazione per insabbiare lo scandalo.
L’eredità di Watergate ha influenzato profondamente la fiducia pubblica nelle istituzioni governative e ha messo in luce problematiche di abuso di potere. La questione del “tappino” di John Dean, consigliere della Casa Bianca, fu una delle prove principali contro Nixon, rivelando le connessioni con Kissinger e altri vari alti funzionari.
La vicenda è stata anche rappresentata nel film “All the President’s Men” (Tutti gli uomini del presidente) del 1976, che ha ottenuto un ampio riconoscimento critico e ha contribuito a mantenere vivo l’interesse pubblico per lo scandalo.
Ruolo nella Guerra dello Yom Kippur (1973)
Kissinger è stato criticato per la sua gestione della crisi durante la guerra tra Israele e una coalizione di stati arabi guidati da Egitto e Siria. Le sue tattiche di negoziazione e le decisioni prese in quel periodo sono state oggetto di dibattito e critica.
La guerra del Kippur (o Yom Kippur War) fu una guerra tra Israele e una coalizione di stati arabi guidati dall’Egitto e dalla Siria, che ebbe luogo dal 6 al 25 ottobre 1973. La guerra si aprì il giorno di Yom Kippur, un giorno sacro per gli ebrei, quando l’Egitto e la Siria attaccarono Israele.
La causa principale della guerra fu la crisi dei canali di Suez, che aveva creato una tensione significativa tra Israele e l’Egitto. Gli egiziani erano irritati per il fatto che gli israeliani continuassero a controllare i canali di Suez, che erano cruciali per l’economia egiziana.
La coalizione araba pianificò un’offensiva militare contro Israele, coinvolgendo truppe e mezzi armati provenienti da Egitto, Siria e Giordania. L’Egitto lanciò un attacco aereo e terrestre contro le forze israeliane sulla penisola del Sinai, mentre la Siria attaccò Israele lungo il confine tra Israele e Siria.
La guerra ebbe una durata di circa 20 giorni e causò più di 15.000 vittime. La battaglia più importante fu combattuta sul fronte egiziano, dove l’esercito israeliano riuscì a contrastare l’avanzata egiziana e a riprendere il controllo della penisola del Sinai.
La guerra del Kippur, scoppiata il 6 ottobre 1973, vide Israele attaccato da una coalizione di stati arabi guidati dall’Egitto e dalla Siria. In risposta all’attacco, gli Stati Uniti decisero di fornire aiuti militari all’Israele, cosa che Kissinger, allora Segretario di Stato, gestì personalmente.
Kissinger giocò un ruolo cruciale nel fornire sostegno e aiuto militare all’Israele durante la guerra del Kippur
- Kissinger convinse il presidente Nixon a fornire aiuti militari all’Israele, tra cui armi e mezzi blindati. Questo sostegno militare fu fondamentale per l’esercito israeliano, che aveva subito gravi perdite durante la guerra.
- Kissinger fece pressione sui leader arabi, in particolare l’Egitto e la Siria, per convincerli a cessare il fuoco e ad accettare un accordo di pace con Israele. La sua diplomazia fu cruciale nel facilitare i negoziati tra le parti in conflitto.
- Kissinger aiutò Israele anche economicamente, fornendole sostegno finanziario e aiuti per ricostruire l’economia del paese dopo la guerra.
- Kissinger fece uno sforzo importante per mobilitare il sostegno pubblico americano a favore di Israele. Egli si rese conto che la popolarità di Israele era in declino negli Stati Uniti a causa della guerra e decise di prendere misure per invertire questa tendenza.
La gestione della Guerra del Kippur da parte di Henry Kissinger continua a suscitare ampio dibattito. Alcuni storici lo accusano di aver mostrato un favoritismo verso Israele, mentre altri considerano il suo operato come un esempio controverso di diplomazia nel Medio Oriente. Le sue decisioni e strategie durante il conflitto e nel processo di pace successivo rimangono oggetto di discussione e analisi.
Gestione della Crisi Cipriota (1974)
Kissinger è stato accusato di aver gestito in modo inadeguato la crisi a Cipro, dove il colpo di stato greco-cipriota e l’invasione turca hanno portato alla divisione dell’isola, una situazione che perdura ancora oggi.
Crisi del Bangladesh (1971):
Kissinger ha sostenuto il governo pakistano durante la guerra di indipendenza del Bangladesh, nonostante le segnalazioni di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. Questa alleanza con un regime colpevole di atrocità ha dimostrato una spietata priorità per gli interessi strategici a discapito dell’umanità.
Conflitti di Interesse Post-Servizio Pubblico
Dopo il termine del suo mandato come Segretario di Stato e Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti nel 1977, Henry Kissinger ha fondato Kissinger Associates, una società di consulenza strategica con sede a New York. La società ha operato come un importante punto di riferimento per le aziende e i governi che cercavano consulenze su questioni di geopolitica, strategia aziendale e relazioni internazionali.
Kissinger Associates ha rapidamente guadagnato una reputazione di grande prestigio e influenza. Grazie alla vasta rete di contatti e all’esperienza accumulata durante la sua carriera pubblica, Kissinger e i suoi soci sono stati in grado di attrarre clienti di alto profilo. Tra i clienti vi erano grandi corporazioni multinazionali e governi stranieri, ognuno dei quali cercava il vantaggio competitivo derivante dalla consulenza di una figura così eminente.
La strategia di contenimento sovietico di Kissinger ha frequentemente implicato il sostegno a regimi autoritari e oppressivi, sacrificando sistematicamente le considerazioni sui diritti umani per raggiungere obiettivi strategici. La sua indifferenza verso la sofferenza umana per mantenere l’equilibrio del potere ha avuto conseguenze devastanti per le popolazioni sotto regimi oppressivi.
Il World Economic Forum (WEF), fondato da Klaus Schwab, non è emerso semplicemente come un’idea di Schwab, ma ha radici più complesse e una connessione con influenti figure e programmi internazionali.
Klaus Schwab, dopo aver studiato alla London School of Economics, lavorò come consulente per la società di Henry Kissinger, Kissinger & Associates. L’ispirazione per il WEF venne da una conferenza sull’economia internazionale a cui Schwab partecipò insieme a Kissinger presso l’Università di Williams in Massachusetts. Questo evento contribuì a plasmare la visione di Schwab per un forum globale di discussione economica e politica.
Esistono anche speculazioni riguardo a un legame tra il WEF e un programma finanziato dalla CIA all’Università di Harvard. Questo programma, guidato da figure di spicco come Henry Kissinger, John Kenneth Galbraith e Herman Kahn, aveva come obiettivo lo sviluppo di strategie economiche e geopolitiche globali. Herman Kahn, noto per le sue teorie sulla “guerra nucleare” e l'”economia della distruzione”, ha influenzato Schwab e il concetto del WEF. Schwab stesso ha citato Kahn come una delle sue fonti d’ispirazione, suggerendo che le idee di Kahn riguardo alla gestione e alla previsione delle crisi globali hanno avuto un impatto significativo sulla creazione del WEF.
Inoltre, Schwab e Kissinger avevano diversi contatti comuni, tra cui John Kenneth Galbraith, economista e politico influente degli Stati Uniti. Questo network di figure influenti ha giocato un ruolo chiave nella nascita e nello sviluppo iniziale del WEF.
La narrativa ufficiale del WEF tende a presentare l’organizzazione come una creazione esclusivamente europea, focalizzata su una leadership globale e una cooperazione internazionale. Tuttavia, la realtà sembra essere più complessa. Schwab, sebbene basato in Europa, ricevette un significativo supporto e collaborazione da parte di una rete di contatti e consulenti americani. Questo supporto internazionale ha avuto un impatto fondamentale nella creazione e nell’orientamento del WEF come un’organizzazione globale con radici profonde anche al di fuori dell’Europa.
Kissinger è il servitore più fedele, longevo e capace (non si può mettere in dubbio la sua intelligenza) dell’élite.
Con la sua aria compassata, un po’ da cane bastonato, sempre defilata, penso che, tutto sommato, contribuirà a lascerà di lui un ricordo comunque migliore di Donald Rumsfeld, per il quale credo che non si sia aperta neanche la porta dell’inferno per accoglierlo dopo la sua morte
Senza nulla togliere alle loro pari responsabilità sulle malefatte commesse (anzi).
La sua figura mi richiama quella interpretata da Matt Damon nel film “The Good Shepherd – L’ombra del potere”.
Infatti, di origini ebree tedesche, naturalizzato americano grazie ai servigi resi nel controspionaggio, fu accolto da prima nell’ambiente elitario di Harvard e quindi, sotto l’ala protettrice di Nelson Rockefeller. entrò in politica.
Da quel momento la sua carriera è stata inarrestabile.
Nei tantissimi anni è stato artefice e manipolatore di tutti gli eventi più importanti in nome di una spietata realpolitik (ingerenze in Cile, Argentina e operazioni di coperture politiche, militari e diplomatiche, moralmente ripugnanti).
Il giornalista Christopher Hitchens (morto nel 2011), in un suo famoso articolo scrisse: “Qui mi occuperò soltanto delle malefatte di Kissinger che potrebbero costituire la base per un’azione penale contro di lui: per crimini di guerra, per crimini contro l’umanità e per reati contro il diritto comune, il diritto consuetudinario o il diritto internazionale.”.
Ci sono più segreti inconfessabili nella sua testa che parole nella Bibbia.
La sua frase più famosa è “Ciò che mi interessa è quello che si può fare con il potere”.
Quindi che sia anche artefice e regista del WEF è solo, come dire, ovvio e coerente dato che da sempre ha operato in tal senso.