Vittima di una grave reazione allergica dopo la prima dose del vaccino, chiede un’esenzione temporanea dalla seconda dose per poter continuare a lavorare ma le viene negata. Stefania è una parrucchiera, di 31 anni per non restare senza stipendio – il nome è di fantasia perché la ragazza vuole mantenere l’anonimato – sarà ora costretta a farsi inoculare il richiamo del vaccino Pfizer in una struttura protetta, l’ospedale di Belcolle, alla presenza di un anestesista e di un allergologo. E con la paura matta di rivivere l’esperienza traumatica di venti giorni fa, della quale sta ancora portando i segni: grosse vesciche rosse su tutto il corpo, oltre a un dolore forte al petto.
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Sara’ costretta? Anonimato ? Ci rendiamo conto che diventa rapimento e violenza da denunciare all’ AIA ? Chi autorizza altri a disporre del tuo corpo?
La minoranza avversa al siero genico sperimentale sapendo di rischiare la vita, accontenti chi obbliga i tamponi a pagamento ma si faccia furba, li richieda ai vaccinati da oltre sei mesi, contagiosi quanto essa.Parlamentari inclusi.