Il quotidiano statunitense Wall Street Journal ha avuto accesso a documenti interni della società di Mark Zuckerberg: il sistema XCheck permette ai 6 milioni di utenti in “white list” di postare contenuti proibiti ai comuni mortali. Il controllo – quando c’è – è soltanto ex post: l’anno scorso il social ha registrato 16,4 miliardi di visualizzazioni di post che avrebbero dovuto essere rimossi
Secondo il fondatore Mark Zuckerberg, Facebook non fa alcuna discriminazione tra utenti e consente ai suoi 3 miliardi di iscritti di esprimersi su un piano di parità con personaggi della politica, della cultura, dello spettacolo e del giornalismo. Solo che non è vero. The Facebook files, un’inchiesta del Wall Street Journal che ha avuto accesso a documenti interni della società di Menlo Park che controlla anche Whatsapp e Instagram, rivela che ai personaggi famosi è riservato un trattamento di favore. Con regole di comportamento molto più permissive rispetto a quelle che valgono per gli altri utenti. Per farlo, documenta il quotidiano finanziario, viene utilizzato un programma noto come “XCheck“, inizialmente concepito come forma aggiuntiva di tutela per i profili di alto livello, ma trasformatosi nel tempo in un sistema per escludere milioni di vip dai controlli sulla qualità dei contenuti e delle interazioni. Come? Alcuni account sono direttamente inclusi dal programma in una white list che li esenta da ogni sanzione. Ad altri, invece, è concesso di postare contenuti contrari agli standard in attesa di un successivo controllo dell’azienda, che il più delle volte non arriva. “In realtà non stiamo facendo ciò che diciamo di fare pubblicamente“, ammette l’azienda nel documento consultato dal Wsj.