TORINO. Sospensione. È quanto rischiano, gli operatori sanitari che non vogliono saperne di vaccinarsi. La stretta, che peraltro recepisce le prime indicazioni operative del decreto legge dello scorso aprile, è comunicata e spiegata alle Asl dall’Unità di crisi regionale. Titolo del documento, appena trasmesso: «Obblighi vaccinali per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario».
La Regione ha raccolto ed elaborato gli elenchi finora pervenuti dagli Ordini professionali e dai datori di lavoro con gli operatori delle figure professionali. Nei prossimi giorni saranno inviati alle rispettive Asl di residenza gli elenchi in forma individuale dei soggetti risultati non vaccinati mentre al Seremi, Servizio epidemiologico regionale, saranno inviati gli elenchi degli operatori non vaccinati residenti in altre Regioni.
E poi? Le Asl inviteranno gli interessati a produrre entro cinque giorni la documentazione che comprova l’avvenuta vaccinazione, l’omissione, il differimento della medesima, la presentazione della richiesta di vaccinazione o l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale. In caso di omissione o differimento della vaccinazione «esclusivamente per accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale», il datore di lavoro, in collaborazione con il medico competente, individuerà le mansioni da assegnare.