Stefano Bandecchi, imprenditore, fondatore dell’Università telematica Niccolò Cusano, oggi sindaco di Terni, è tornato prepotentemente al centro dell’attenzione pubblica per motivi tutt’altro che onorevoli. In un video pubblicato sui social, e successivamente in una serie di commenti che definire scioccanti è un eufemismo, Bandecchi ha pronunciato affermazioni gravissime che hanno scatenato una vera e propria tempesta politica e morale.
In un momento già segnato da una tragedia umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza, il primo cittadino di Terni si è abbandonato a dichiarazioni che vanno ben oltre la legittima libertà di opinione: le sue parole hanno superato ogni soglia di decenza, empatia, rispetto umano e responsabilità istituzionale. Il tutto, con un’arroganza che sconcerta e indigna.
Nel video diffuso sui social, Bandecchi afferma con tono spavaldo:
“Io sto con Israele.”
Una posizione che, sebbene netta, sarebbe rientrata nei confini di un’opinione politica, se non fosse che è stata seguita da un commento testuale che ha definitivamente fatto esplodere lo scandalo.
Rispondendo a un utente, il sindaco ha scritto:
“20.000 bambini non sono mai morti. E questo è il primo punto. Solo voi credete ad Hamas, poi viene naturale dire che i bambini della Striscia finiscono la loro infanzia a nove anni, dato che le bambine vengono a quell’età trombate. 20mila non sono mai esistiti, gli altri sono soldati di Hamas. Non voluto neppure dell’Autorità palestinese che poteva essere Stato dal 1048.”

Un commento mostruoso, che cancella con leggerezza e disprezzo la sofferenza di un intero popolo, che nega in blocco l’esistenza di migliaia di bambini uccisi sotto i bombardamenti, e che – cosa ancora più grave – si abbandona a frasi sessiste, volgari e disumanizzanti, tipiche di un linguaggio che in nessun modo può appartenere a un rappresentante pubblico. Parole intrise di odio e ignoranza.
Le reazioni, immediate e durissime, arrivano da tutto l’arco politico. Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, scrive su Facebook:
“Questo è il sindaco di Terni. Meloni ha nulla da dire sulle parole schifose di un suo alleato?”
Il suo intervento chiama direttamente in causa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendole di prendere le distanze in modo chiaro da quelle che sono state definite “parole vergognose, infami e indegne”.
Ancora più tagliente la condanna del senatore del Partito Democratico, Walter Verini, che su X commenta:
“Il sindaco di Terni ha detto su Gaza e sui bambini uccisi cose ripugnanti e spregevoli. Non sa cosa sia il senso del decoro, dell’umanità. Vergogna. Offende innanzitutto la comunità ternana, fatta di persone che, a differenza sua, umanità e solidarietà le conoscono.”
Ma è l’intera comunità ternana a sentirsi tradita, umiliata, infangata dalle parole del proprio sindaco. In molti, tra cittadini, associazioni e rappresentanti locali, hanno espresso sconcerto, rabbia e vergogna per un linguaggio e un atteggiamento che non solo non li rappresenta, ma li offende profondamente. Terni, città di lavoro, di solidarietà e di dignità, non può e non deve essere associata all’odio cieco e al negazionismo feroce di chi ne guida le istituzioni.
Le parole di Stefano Bandecchi arrivano in un contesto già segnato da profonde fratture, con un conflitto israelo-palestinese che sta seminando morte e distruzione, e col mondo che guarda sgomento alla conta quotidiana delle vittime civili, in particolare donne e bambini. Di fronte a tutto questo, invece di un appello alla pace, alla diplomazia, al rispetto dei diritti umani, il sindaco di Terni offre un delirio verbale privo di empatia e impregnato di disprezzo.
Non si tratta di una semplice “gaffe” o di un’espressione maldestra. Si tratta di un attacco frontale alla verità, alla dignità umana, alla memoria dei morti e alla sofferenza dei vivi. È una ferita inferta al cuore stesso del ruolo istituzionale.
Crescono le richieste di dimissioni, e c’è chi si appella alla Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, affinché intervenga su un caso che mette in discussione i valori basilari della convivenza civile. Anche Amnesty International e altre ONG hanno espresso forte preoccupazione per la banalizzazione della sofferenza di minori vittime della guerra.
In un’Italia che si dice democratica, solidale e attenta ai diritti umani, non può esserci spazio per chi, ricoprendo un ruolo pubblico, legittima l’odio e il disprezzo dell’altro. Se Stefano Bandecchi ha ancora un briciolo di senso del dovere, non verso se stesso, ma verso la città che rappresenta, l’unica strada possibile è quella delle scuse immediate e delle dimissioni irrevocabili.

semmai i cittadini di Terni decidessero di licenziare questo personaggio
pubblico indegno del ruolo che copre, sarebbe una giusta causa.
Ma i magistrati dovrebbero farlo d’ufficio anzichè fingere di non
conoscere le cadute di tono dei parlamentari e rappresentanti
delle istituzioni. Pochi meritano il posto che hanno, troppi disertano
dai compiti per cui vengono pagati.