Il primo riguarda chi ha badanti conviventi che non vogliono vaccinarsi. La sospensione dal lavoro, infatti, comporta la perdita dello stipendio ma non l’allontanamento dall’abitazione. “Se non si trova un accordo, si deve ospitare in casa il lavoratore sospeso mantenendo inalterato il rischio di contagio” spiega Breccia. In caso di sospensione, poi il lavoratore può essere sostituito, e il datore di lavoro può fare un nuovo contratto a un’altra persona. “Si tratta comunque di situazioni molto complesse: chi si occupa della cura dei nostri anziani o dei bambini ha molto potere contrattuale perché trovarsi privi di questa collaborazione dall’oggi al domani rischia di mettere in difficoltà molte famiglie – spiega l’avvocato – Ai nostri associati diciamo di insistere nel pretendere il green pass, perché, se inadempienti, rischiano la multa”. Non solo. “I rapporti di lavoro domestico spesso sono anche rapporti di affezione ed è difficile interromperli da un giorno all’altro”, prosegue il legale, ricordando che l’assenza del green pass non può comunque essere considerata una giusta causa per il licenziamento. “In questo tipo di contratti il licenziamento è possibile pagando il preavviso, ma la ragione non deve essere la mancanza del certificato verde. Questa infatti implica la sospensione dal lavoro, non il licenziamento”.
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