Controllando varie piattaforme social e soprattutto Instagram, aveva indagato per manifestazioni non autorizzate 11 persone della provincia berica, gran parte delle quali insegnanti e sanitari che appoggiavano le iniziative di protesta ‘no vax’ e vicine alle posizioni dell’ex parlamentare M5S Sara Cunial.
La Digos ha agito contro un 61enne, già condannato per reati simili, dopo aver monitorato il gruppo Telegram ‘Il coraggio del dubbio’ che reindirizzava post a canali simili, come ‘Passeggiate per essere liberi’.
Su Telegram e gli scritti postati da una 52enne vicentina, madre di 3 figli e dipendente di una nota catena alimentare italiana, che incitava a bloccare i treni e altre azioni dello stesso tipo, senza dimenticarsi dei ‘responsabilì, Governo e medici, ai quali riservava minacce esplicite. Sentita dai poliziotti la donna ha ammesso le sue responsabilità, mostrandosi basita per le accuse: «Perché, – ha chiesto – non si può protestare?».
Nelle perquisizioni fatte dalla polizia non sarebbero state trovate armi. L’attività giudiziaria ora prosegue con l’analisi dei telefonini, dei vari device e dei PC sequestrati agli indagati.