Santoro critica aspramente la gestione della guerra in Ucraina, sottolineando l’assenza di un coinvolgimento significativo delle istituzioni italiane, a fronte delle decisioni unilaterali del Presidente degli Stati Uniti. Accusa il governo italiano di complicità passiva in una politica bellicista, in cui anche esponenti del Partito Democratico spingono per l’invio di nuove armi all’Ucraina, senza una strategia chiara né obiettivi definiti.
La principale preoccupazione di Santoro è che questa escalation possa condurre il conflitto a una spirale pericolosa, potenzialmente sfociando in una guerra nucleare, con una risposta militare russa sempre più imminente. L’unica voce dissidente, secondo Santoro, è quella del Ministro della Difesa, Crosetto, che tenta di frenare l’impulso bellicista, ma viene sistematicamente ignorato dalla politica. Santoro conclude con un appello provocatorio, chiedendo ai sostenitori della guerra di spiegare con chiarezza cosa sperano di ottenere con l’invio continuo di armi.