La biotecnologa Lorena Diblasi ha dedicato un intenso studio sulle fiale dei vaccini anti COVID-19 prodotti dalle principali case farmaceutiche. Il suo lavoro è stato condotto attraverso una prospettiva multidisciplinare, includendo ingegneria genetica, cellulare, molecolare, chimica, chimica biologica e microbiologia, tutte discipline fondamentali della biotecnologia.
Diblasi e il suo team si sono basati sugli studi precedenti di diversi ricercatori. Tra questi, i lavori di Pablo Campra condotti nel 2020 e 2021, e quelli del gruppo denominato “il club dei 12”, un gruppo di scienziati e ricercatori che, in Europa tra il 2020 e il 2021, si è dedicato all’analisi e alla revisione critica delle vaccinazioni contro il COVID-19. Questo gruppo ha utilizzato la microscopia elettronica a scansione accoppiata a raggi X per le loro analisi. Inoltre, hanno considerato le ricerche effettuate dal dottor Nagase in Canada, così come di altri scienziati in tutto il mondo. Utilizzando le stesse tecniche di microscopia elettronica, Diblasi ha analizzato i flaconi dei vaccini, replicando i metodi utilizzati negli studi precedenti.
Diblasi ha riportato che, fino a quel momento, erano stati trovati vari componenti non dichiarati nei vaccini.
“Fino a quel momento sapevamo che erano stati trovati ossido di grafene, idrogel e elementi chimici non dichiarati. Alcuni ricercatori argentini hanno trovato silicio, fluoro, bismuto, hanno analizzato i vaccini di routine e hanno trovato nelle formule elementi chimici non dichiarati”.
Lorena Diblasi, con il supporto della dottoressa Marcela Sangorrín, ha scoperto nelle fiale dei vaccini particelle molto più grandi di quelle permesse dalla farmacopea, che stabilisce un limite massimo di 25 micrometri. Diblasi ha sottolineato che, già solo per questo motivo, le autorità sanitarie “avrebbero dovuto ritirare tutti i flaconi dal mercato. Ho inviato questo lotto a Pfizer dicendo loro che era tossico e Pfizer mi ha risposto chiedendo dove fossero i flaconi per andare a recuperarli. Una procedura non corretta, in quanto dovrebbe essere l’autorità sanitaria a prendere i campioni e analizzare i flaconi, e se riscontra lo stesso problema, ritirare quel lotto dal mercato”.
Nel loro primo studio, i medici argentini hanno riscontrato fluorescenza, che è tipica dell’ossido di grafene; successivamente hanno condotto un secondo studio utilizzando la microscopia elettronica a scansione accoppiata alla spettroscopia a dispersione di energia dei raggi X, e un terzo […]. Sono passati dal trovare 10 elementi chimici non dichiarati nei flaconi, come rame, titanio, ferro, ecc., e cesio, che può essere radioattivo, fino ad arrivare a 24 elementi chimici non dichiarati, esaminando numerosi studi condotti in tutto il mondo. Oggi ne sono stati trovati 54 in una sola fiala! In seguito è stata presentata denunce ai tribunali da parte di persone che hanno subito effetti avversi…
Così lo racconta Lorena Diblasi.
“Il vaccino contro l’epatite B contiene mercurio, sotto forma di thimerosal, e alluminio, che si trova sotto forma di sale altamente concentrato, e questo vaccino viene somministrato al bambino il primo giorno di nascita. È molto grave, ed è per questo che ci sono così tanti casi di autismo. Oggi ogni 30 bambini ce n’è uno autistico”.
“Nessuno ha trovato l’RNA messaggero della proteina Spike in nessuna fiala; Questa è la prima grande bugia su questi prodotti biologici. Non nego che ci sia, dico che ad oggi non è stato trovato”.
i vaccini producono reddito agli ospedali ed ai medici che ne fanno uso, e morte a quegli ingenui che si lasciano convincere o ricattare .
Considerando che in Italia alcuni Ospedali mediante regolamenti interni
obbligano ad indossare le mascherine (per non disabituare i pazienti sciocchi) direi che una bella sommossa ci sta prima che sia troppo tardi.