Siamo stati individuati e posti sotto osservazione da NewsGuard, l’organizzazione autoproclamatasi “guardiana dell’informazione”, che ci ha incluso tra i 13 siti italiani più influenti nel diffondere, secondo il loro giudizio, disinformazione riguardo la pandemia e la guerra in Ucraina.
Questa classificazione, tuttavia, solleva più di una perplessità. Infatti, tra i “siti affidabili” da loro promossi, figura anche Open, il portale diretto da Enrico Mentana, noto per aver diffuso ripetutamente notizie false. E non possiamo dimenticare l’episodio in cui David Puente, collaboratore di Open, scrisse su Twitter, pochi giorni dopo la morte del premio Nobel Luc Montagnier: “menomale non sarò mai come lui”. Un’affermazione che, oltre a rivelare un’inquietante mancanza di rispetto nei confronti di una figura di altissimo calibro scientifico, denota anche una grave mancanza di decoro e umanità.
Alla luce di queste contraddizioni, il criterio con cui NewsGuard opera sembra piuttosto discutibile, suscitando più dubbi che certezze sulle sue dichiarazioni di imparzialità e affidabilità.

Ma perché un piccolo e insignificante sito come il nostro, con poche decine di migliaia di lettori al mese, finisce sotto la lente di un’azienda privata con sede negli Stati Uniti? E chi sono, poi, questi autoproclamatisi “guardiani dell’informazione”?
Ci troviamo di fronte a un paradosso: un’entità esterna, con motivazioni tutte da chiarire, che si arroga il diritto di monitorare e giudicare il nostro operato, e quello di molti altri, senza alcun mandato democratico o trasparenza sui suoi criteri. Non si tratta solo di una questione di “censura” mascherata da buona volontà, ma di un’imposizione dall’alto di una narrazione che si proclama universale e incontestabile.
La domanda che ci poniamo è semplice: su quale base si definiscono autorità assolute in un campo così delicato come l’informazione? Quali sono i loro interessi, chi li finanzia e cosa li legittima a decidere cosa è vero e cosa è falso? È lecito, quindi, chiedersi chi siano davvero questi “guardiani” e quale agenda, più o meno dichiarata, stiano cercando di promuovere.
NEWSGUARD CHI SONO?
NewsGuard è stata fondata nel 2018 da Steven Brill e Gordon Crovitz, con il supporto finanziario della John S. and James L. Knight Foundation e del Publicis Groupe, entità che sollevano interrogativi sul suo assetto e le sue influenze.
Steven Brill, nato da una famiglia ebrea a Far Rockaway, Queens, New York, ha avuto una carriera legata a iniziative mediatiche di grande rilievo come fondatore di The American Lawyer e Court TV.
Gordon Crovitz, anch’egli nato in una famiglia ebrea nel 1954, è stato vicepresidente esecutivo per Dow Jones ed editorialista per The Wall Street Journal.
Questi legami con il mondo dei media e delle grandi istituzioni economiche americane pongono delle domande sulle reali motivazioni e sul tipo di narrazione che NewsGuard intende promuovere come “ufficiale” o “corretta”.
Il supporto finanziario della John S. and James L. Knight Foundation, una fondazione di filantropi ebrei che operano collaborano strettamente con enti come la Rothschild Foundation e la Rockefeller Foundation, non è meno rilevante.
Tali connessioni, spesso oggetto di discussione, suscitano preoccupazioni su quale tipo di influenza possa esercitare un gruppo di fondazioni così potenti, che operano in modo trasversale tra politica, economia e media.
Infine, Publicis Groupe, un gigante della pubblicità e della comunicazione, anch’esso parte del finanziamento di NewsGuard, è una multinazionale francese con una lunga storia legata al marketing e alla gestione dell’immagine pubblica, il che solleva dubbi sulla trasparenza e imparzialità dei suoi interventi nel panorama informativo globale. Fondato nel 1926 da Marcel Bleustein-Blanchet, figlio di emigrati ebrei russi, Publicis è oggi uno dei gruppi pubblicitari più potenti al mondo, il che può far sorgere preoccupazioni circa l’influenza che un tale colosso può avere nella definizione di cosa sia considerato “verità” e “disinformazione“.
In questo contesto, non possiamo fare a meno di chiederci se NewsGuard, sebbene si presenti come un guardiano imparziale dell’informazione, non stia invece svolgendo un ruolo molto più strategico nel modellare e influenzare le narrazioni globali, in linea con gli interessi economici e politici delle entità che lo finanziano. La trasparenza su questi legami è fondamentale per comprendere meglio le dinamiche di potere che si nascondono dietro la “protection” dell’informazione.

Gordon Crovitz, oltre alla sua carriera come vicepresidente esecutivo di Dow Jones e editorialista per The Wall Street Journal, è noto anche per aver avuto un ruolo chiave nella diffusione di una delle più grosse FAKE NEWS del secolo: la clamorosa falsa notizia sulle armi di distruzione di massa in Iraq.
Nel 2002, proprio durante il periodo in cui Crovitz era in una posizione di grande influenza in The Wall Street Journal, il giornale pubblicò una serie di articoli che contribuirono a diffondere l’idea che il regime di Saddam Hussein stesse sviluppando armi chimiche e biologiche, come giustificazione per l’invasione dell’Iraq nel 2003. Questi articoli, che si rivelarono essere costruiti su informazioni errate o addirittura inventate, furono tra i principali fattori che spinsero il mondo verso una delle guerre più devastanti e controversie degli ultimi decenni. La mancanza di prove concrete, poi emersa, non fece che aggravare la situazione, ma la retorica alimentata dai principali media, tra cui The Wall Street Journal, rimase a lungo incontestata.
La responsabilità di Crovitz in quel contesto, come in molti altri, è un esempio di come le “fake news” possano essere propagate da chi detiene un potere significativo nel panorama mediatico, e come la manipolazione dell’informazione possa avere conseguenze devastanti. Non è solo un caso di errore giornalistico, ma un chiaro esempio di come la disinformazione, quando proviene da fonti ritenute autorevoli, possa influenzare la politica mondiale e le vite di milioni di persone.
Dopo questa esperienza, sorprende che proprio Crovitz ora faccia parte di un’iniziativa come NewsGuard, che si presenta come un “controllore” dell’informazione, dato il suo passato segnato da una tale negligenza o complicità nella diffusione di falsità. Questo lo rende, almeno per molti osservatori critici, un personaggio piuttosto ambiguo in merito al suo impegno nell’affermare l’”affidabilità” delle fonti di notizie.
DISINFORMAZIONE
Oltre alla clamorosa fake news sulle armi di distruzione di massa in Iraq, Gordon Crovitz è stato anche protagonista di un altro episodio clamoroso legato alla disinformazione, che riguarda una sua posizione sull’origine di Internet.
In un editoriale del Wall Street Journal, Crovitz contestò apertamente l’affermazione di Barack Obama, secondo cui Internet fosse stato creato dal governo degli Stati Uniti. Nel 2011, Obama affermò che la nascita di Internet fosse il frutto diretto dell’intervento del governo degli Stati Uniti, in particolare del lavoro svolto dalla DARPA (l’agenzia di ricerca avanzata della Difesa degli Stati Uniti).
Gordon Crovitz, in un editoriale del Wall Street Journal, sostenne che lo sviluppo del protocollo Ethernet da parte di Xerox PARC (Palo Alto Research Center) fosse una prova che il settore privato, e non il governo, fosse il vero creatore di Internet.
Crovitz utilizzò l’innovazione di Xerox PARC come esempio per argomentare che l’invenzione di Internet fosse il risultato di iniziative private, e non un prodotto della ricerca governativa.




“Il governo non ha inventato Internet, chi l’ha fatto?” scrive Crovitz, aggiungendo: “Tutto il merito va alla società in cui il signor Taylor ha lavorato dopo aver lasciato l’ARPA: Xerox”.
Crovitz citò un libro di Michael Hiltzik per sostenere questa tesi, ma lo stesso Hiltzik confutò l’affermazione. Le affermazioni di Crovitz furono respinte anche da Vint Cerf , co-inventore dei protocolli di rete TCP/IP che hanno gettato le basi per la moderna Internet.
Fu smentito anche dal portavoce di Xerox, Bill McKee:
“Robert Metcalfe, ricercatore al PARC, ha inventato Ethernet che è un modo per collegare le stampanti Xerox al computer”, ha detto il portavoce di Xerox Bill McKee.
“Ma inventare Ethernet non è la stessa cosa che inventare Internet.”
Crovitz confondeva due concetti distinti. Ethernet, sviluppato da Robert Metcalfe e il team di Xerox PARC negli anni ’70, è un protocollo di rete che ha avuto un ruolo cruciale nell’evoluzione delle reti locali (LAN), ma non è Internet. Ethernet è una tecnologia di trasmissione di dati che ha contribuito alla costruzione delle reti locali, ma non è Internet, che si basa su protocolli come TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol), che sono stati sviluppati dal governo degli Stati Uniti, in particolare da DARPA, nel contesto di progetti come ARPANET.
ARPANET, infatti, è stato il precursore diretto di Internet ed è stato sviluppato proprio da DARPA, l’agenzia di ricerca avanzata del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La creazione di ARPANET, la sua evoluzione in Internet e il ruolo cruciale dei protocolli TCP/IP sono strettamente legati alla ricerca governativa. Quindi, mentre Ethernet è stato un passo importante nello sviluppo delle reti private, Internet come lo conosciamo oggi si è sviluppato grazie a una combinazione di tecnologie, di cui il settore pubblico ha giocato un ruolo centrale.
L’errore di Crovitz è un errore grave che evidenzia una mancanza totale di comprensione delle basi delle reti informatiche, in particolare la differenza tra Ethernet e Internet.
- Ethernet si occupa di come i dispositivi (come computer, stampanti, ecc.) comunicano all’interno di una rete fisica, utilizzando cavi o connessioni wireless.
- Internet è una rete globale che collega milioni di reti locali e dispositivi in tutto il mondo.
Questa posizione di Crovitz, è stata ampiamente contestata da storici, ricercatori e tecnici, che hanno documentato in dettaglio come Internet, fosse effettivamente un progetto di ricerca del governo, con una forte impronta del Dipartimento della Difesa, attraverso la rete ARPANET. Negare questo ruolo centrale del governo federale nella genesi di Internet ha rappresentato una distorsione significativa della storia tecnologica.
Questi episodi si inseriscono in una lunga lista di dichiarazioni controverse che hanno alimentato la percezione di Crovitz come qualcuno disposto a manipolare o ignorare fatti storici per sostenere una visione ideologica che privilegia la narrazione distorta della realtà.
Questo passato di distorsioni e disinformazione rende ancor più discutibile il ruolo che Crovitz e NewsGuard rivestono oggi come “guardiani” della verità. La sua tendenza a manipolare la realtà rende il suo ruolo particolarmente problematico, soprattutto in un contesto in cui la lotta alla disinformazione richiede rigore e integrità.
Questi frase di Gesù nel vangelo la dedichiamo a NEWSGUARD i sedicenti “guardiani dell’informazione”. Mai frase fu più azzeccata
Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.»
(Vangelo secondo Matteo 7,3-5 (CEI))
Riteniamo che questo sia l’ultimo sforzo dei media dell’establishment di censurare le notizie non conformi, ma per noi è una medaglia al valore.
Hanno paura della verità, Facebook ha proceduto alla disattivazione delle nostre pagine, mentre le aziende pubblicitarie hanno implementato politiche di demonetizzazione, riducendo significativamente le nostre risorse finanziarie che servivano a mantenere attivo il nostro lavoro sul sito, infischiandosene della costituzione del nostro paese, per questo oggi come non mai abbiamo bisogno di tutto il vostro sostegno.

Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
Articolo 11 – Libertà di espressione e d’informazione
(Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea)
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(Costituzione italiana art.21)

Puente è una merdaccia senza alcun senso a parte quello di fare senso o meglio schifo è chiaro che paragonarsi a montagneir è ridicolo solo pensarlo figuriamoci scriverlo merdacce che si seccheranno al sole quando finirà questa lunga notte del pensiero umano
Avanti.