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Però pare che (qualcuno di loro) il tempo per trasmettere dei rapporti – diciamo – addomesticati, lo trovi. Vedi articolo di Silvana DeMari su “La Verità” di ieri, molto illuminante. Il problema è che questi signori che si ritrovano al comando – e non indaghiamo sul come – ad un certo punto si sono resi conto di avere sbagliato completamente l’approccio, vuoi per quella superficialità condita da incompetenza che li caratterizza, un poco per la loro provenienza ideologica, che li porta ignorare la realtà convinti che possa essere modificata con uno schiocco di dita accompagnato da un decreto. E siccome non ho mai avuito notizia di un politico che abbia il coraggio di riconoscere l’errore – o meglio – la serie di errori – dei quali sono responsabili, si incaponiscono nel reiterarli, ormai prigionieri degli errori stessi. E, considerazione non da poco, si rendono conto che ammetterli, oltre alla perdita della “faccia” presterebbero il fianco ad una marea di azioni legali dall’esito micidiale. Quindi coinvolgono quante più persone e/o organizzazioni nei loro giochetti – magistratura che finge di non vedere, classe medica praticamente obbligata e compiacente dalle velate minacce, media “sdraiati” e lingua dolorante per l’eccesso di uso. Ci ritroveremo, come conclusione, con una situazione da “fine pandemia: mai”, fino a quando – ma non ci conto – gli italiani non si sveglieranno dal sonno dell’ignavia e porranno fine allo schifo.